Il 23 Dicembre è arrivata la risoluzione consensuale tra Rafa Benitez e l'Inter, dopo mesi pieni di tante, troppe cose tra cui, meglio non dimenticarlo, due trofei.
Per quello che probabilmente sarà in proporzione al tempo uno degli allenatori più vincenti della storia nerazzurra un addio amaro, duro, nato appena dopo la vittoria del Mondiale per Club. Benitez ha parlato chiaro, come mai prima, togliendosi tutti i macigni dalle scarpe.
"Il Mondiale per club era un appuntamento fondamentale, lo abbiamo centrato e adesso ci deve dare la spinta per il resto della stagione. Questo è un momento di felicità, ma non si può andare avanti così perché ho bisogno del supporto al 100% della società. Quando sono arrivato, la società mi aveva promesso tre acquisti per costruire una squadra ancora più forte, invece non è arrivato nessuno. Sono un professionista serio e merito rispetto per il mio lavoro. Adesso ci sono tre possibili strade: la società fa un progetto e compra 4 giocatori subito a gennaio; andiamo avanti così con l'allenatore come unico colpevole; oppure il presidente parla col mio procuratore e troviamo un'altra soluzione...".
Sappiamo tutti qual'è stata la scelta.
Senza entrare nel merito dei problemi della sua gestione (argomento troppo vasto, variegato e complesso) lo sfogo di Rafa contro il mondo indica a coloro che restano (società e giocatori in primis) degli errori fondamentali, da cui si deve imparare per non ricaderci con altri tecnici.
"[...]non si può andare avanti così perché ho bisogno del supporto al 100% della società.[...]Sono un professionista serio e merito rispetto per il mio lavoro"
Questo è il peccato capitale. Benitez all'Inter è stato un dead man walking dal giorno uno perchè non ha mai avuto la società totalmente dalla sua parte. Si dice che Moratti volesse Capello, fatto sta che il tecnico è stato ben presto delegittimato, e in quel momento ha iniziato a perdere di mano la squadra. Non si può dare un gruppo campione di tutto in mano a un allenatore visto come un suplente, nè rilasciare costantemente dichiarazioni se non proprio contro quantomeno non a favore, specie col fantasma di Mourinho dietro...la piccola crepa iniziale è diventata così un baratro incolmabile.
"Quando sono arrivato, la società mi aveva promesso tre acquisti per costruire una squadra ancora più forte, invece non è arrivato nessuno."
Tralasciando la veridicità o meno della promessa (e di conseguenza il trattamento riservato a Benitez), è importante capire il concetto. A ogni squadra, per quanto forte e vincente, serve rinnovarsi anche solo per portare nuove energie fisiche e mentali, nuova voglia di vincere, nuovi stimoli per un posto da titolare. Oltre a questo, dei nuovi elementi possono essere funzionali al lavoro del nuovo allenatore, sia per motivi tattici che di rapporto umano. Benitez è stato "abbandonato" con una squadra di sicuro sazia, disposta ad impegnarsi davvero solo per Mourinho e solo in certe occasioni, senza vie d'uscita se non i giovani, con tutti i pro e i contro.
Si è fatto di tutto per complicare al massimo una situazione già di suo non facile. Il nuovo allenatore (da ieri sera Leonardo) avrà assoluto bisogno di un nuovo inizio.
Per quello che probabilmente sarà in proporzione al tempo uno degli allenatori più vincenti della storia nerazzurra un addio amaro, duro, nato appena dopo la vittoria del Mondiale per Club. Benitez ha parlato chiaro, come mai prima, togliendosi tutti i macigni dalle scarpe.
"Il Mondiale per club era un appuntamento fondamentale, lo abbiamo centrato e adesso ci deve dare la spinta per il resto della stagione. Questo è un momento di felicità, ma non si può andare avanti così perché ho bisogno del supporto al 100% della società. Quando sono arrivato, la società mi aveva promesso tre acquisti per costruire una squadra ancora più forte, invece non è arrivato nessuno. Sono un professionista serio e merito rispetto per il mio lavoro. Adesso ci sono tre possibili strade: la società fa un progetto e compra 4 giocatori subito a gennaio; andiamo avanti così con l'allenatore come unico colpevole; oppure il presidente parla col mio procuratore e troviamo un'altra soluzione...".
Sappiamo tutti qual'è stata la scelta.
Senza entrare nel merito dei problemi della sua gestione (argomento troppo vasto, variegato e complesso) lo sfogo di Rafa contro il mondo indica a coloro che restano (società e giocatori in primis) degli errori fondamentali, da cui si deve imparare per non ricaderci con altri tecnici.
"[...]non si può andare avanti così perché ho bisogno del supporto al 100% della società.[...]Sono un professionista serio e merito rispetto per il mio lavoro"
Questo è il peccato capitale. Benitez all'Inter è stato un dead man walking dal giorno uno perchè non ha mai avuto la società totalmente dalla sua parte. Si dice che Moratti volesse Capello, fatto sta che il tecnico è stato ben presto delegittimato, e in quel momento ha iniziato a perdere di mano la squadra. Non si può dare un gruppo campione di tutto in mano a un allenatore visto come un suplente, nè rilasciare costantemente dichiarazioni se non proprio contro quantomeno non a favore, specie col fantasma di Mourinho dietro...la piccola crepa iniziale è diventata così un baratro incolmabile.
"Quando sono arrivato, la società mi aveva promesso tre acquisti per costruire una squadra ancora più forte, invece non è arrivato nessuno."
Tralasciando la veridicità o meno della promessa (e di conseguenza il trattamento riservato a Benitez), è importante capire il concetto. A ogni squadra, per quanto forte e vincente, serve rinnovarsi anche solo per portare nuove energie fisiche e mentali, nuova voglia di vincere, nuovi stimoli per un posto da titolare. Oltre a questo, dei nuovi elementi possono essere funzionali al lavoro del nuovo allenatore, sia per motivi tattici che di rapporto umano. Benitez è stato "abbandonato" con una squadra di sicuro sazia, disposta ad impegnarsi davvero solo per Mourinho e solo in certe occasioni, senza vie d'uscita se non i giovani, con tutti i pro e i contro.
Si è fatto di tutto per complicare al massimo una situazione già di suo non facile. Il nuovo allenatore (da ieri sera Leonardo) avrà assoluto bisogno di un nuovo inizio.
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