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27 ago 2017

La Plata è una città per vecchi

Il club Estudiantes de La Plata, uno dei più vincenti della storia del calcio argentino e sudamericano, è finito in un paradosso temporale. O almeno voglio sperare sia così, per trovare una spiegazione alla composizione attuale della sua rosa.

Per far capire in modo immediato il motivo dello stupore, basta vedere la formazione della squadra che ha giocato in Copa Sudamericana contro il Nacional: tra i titolari potete leggere Andujar, Desabato, Braña e Fernandez. Quattro nomi che dovrebbero farvi scattare qualche campanello nella stanza dei ricordi.
Tutti e quattro sono infatti a loro modo monumenti del calcio argentino, ed erano titolari sempre nell'Estudiantes, ma nel 2009, nella finale di Copa Libertadores vinta dal club. Vale a dire otto anni fa. E non erano esordienti, ma giocatori nel pieno della loro carriera.
A centrocampo Braña ha sostanzialmente preso il posto del talento Ascacibar, ceduto allo Stoccarda. In coppia con lui gioca Israel Damonte, facilmente riconoscibile per i capelli platinati: anche lui è un prodotto del vivaio, tornato nel 2013 dopo l'esordio nel 2000. Non ha però vissuto l'epopea vincente 2006-2009. Classe '82, i suoi 35 anni vengono rinfrescati appunto da Braña, che è del '79 e si approssima ai 40. Non che per questo abbia smesso di lottare in campo, come ha sempre fatto.
Parlando di Ascacibar, da sottolineare che l'ex talento del club è nato nel 1997, vale a dire l'anno in cui Leandro Desabato, anche lui classe 1979, ha esordito.

Ma la dirigenza della squadra è andata anche oltre con questa personale operazione nostalgia. Sempre tra i titolari contro il Nacional figura anche Mariano Pavone, storico bomber locale con una parentesi anche in Spagna al Betis. Perché la presenza del Tanque (soprannome di diversi veri numeri nove in Argentina, anche se spesso lo si collega a Santiago Silva) dovrebbe aggiungere un altro mattoncino? Perché Pavone ha esordito nell'Estudiantes nel 2000, ed è stato protagonista di un campionato vinto dai Pincharratas. Nel 2006, quando in pachina sedeva Diego Simeone e lui fu anche vice-capocannoniere con 11 reti. Undici anni fa.
Non finsice qui, perché anche dalla panchina c'è un vecchio leone pronto a subentrare, un altro prodotto del vivaio appena tornato in biancorosso, anche lui tra i giocatori campioni nel 2006: el Payaso Pablo Lugüercio, noto anche per la sua lunga militanza nel Racing Avellaneda.


Sembra una trama da film: la squadra del 2006-2009 è stata trasportata nel futuro, e si trova a giocare il calcio del 2017. Chi mai potrebbe aver messo in piedi tutto questo? Chiaramente il simbolo e l'anima di quella squadra, il presidente del club Juan Sebastian Veron, uno che non ha bisogno di presentazioni. E soprattutto, uno che gioca ancora: il 26 dicembre 2016 si è riunito con i dirigenti mettendosi davanti a uno specchio, è tornato dal ritiro e ha firmato un nuovo contratto da giocatore con l'Estudiantes. Presidente-giocatore, con cinque presenze in Libertadores. Occhio a dare per scontato che non torni ancora anche lui, per ritrovarsi coi vecchi amici.

18 dic 2014

Joaquin Correa

Joaquin Correa nasce il 13 Agosto 1994 nella provincia di Tucuman, che è la più piccola di tutta l'Argentina. Il suo talento per il calcio viene notato subito dal River, che sul luogo ha una certa attenzione a giudicare dal fatto che ci ha pescato anche Roberto Pereyra e Matias Kranevitter, più o meno della stessa generazione, ma a undici anni decide di tornare dalla famiglia. Un anno dopo è al Club Renato Cesarini di Rosario, da dove lo preleva l'Estudiantes.
Nel 2011 si impone come miglior talento delle giovanili e l'anno dopo a diciassette anni fa il suo esordio nella prima squadra. Dal 2012/2013 è un effettivo della rosa, trovando in totale sessanta presenze con cinque gol.

Il tratto distintivo di Correa è l'unione di fisico è tecnica. La sua altezza, 188 cm, lo rende una specie di gigante per gli standard argentini, mentre a livello muscolare è ancora da strutturare. Destro naturale, ha un'ottimo controllo di palla che ama esprimere in dribbling stretti. Non rapidissimo sul primo passo, riesce però a trovare una buona velocità in accelerazione. La sua prima opzione è sempre il movimento verso destra, ma sa dribblare anche sulla sinistra, soprattutto se ha spazio. Ha una buona visione di gioco e propensione agli scambi in fascia, a livello di inserimenti si mostra parecchio carente mentre esibisce un buon tiro dalla distanza.
Come attitudini è un esterno naturalmente attratto dalla fascia sinistra. Tende sempre ad allargarsi, aspettare la palla e cercare l'uno contro uno, possibilmente accentrandosi. Anche i suoi assist nascono dopo il dribbling e premiano spesso tagli e sovrapposizioni. Ha molta personalità nello sfidare l'avversario e sa difendere palla sfruttando fisico e tecnica.

Protetto di Juan Sebastian Veron, è in un certo senso il simbolo del periodo attuale della squadra di La Plata. L'Estudiantes, ovviamente in crisi economica come quasi tutto quello che ha sede in Argentina, dopo aver dominato in patria e in tutto il continente è in fase di ricostruzione. Giocatori come il Tucumano vengono messi in vetrina e valorizzati. Se riescono a fornire un contributo tecnico meglio, altrimenti si cerca la cessione per poi rinforzare la rosa magari con figure locali. Il suo arrivo alla Sampdoria è una conseguenza, e non è un caso che il contratto abbia una percentuale anche su un'eventuale vendita futura.

Non si tratta di un giocatore pronto. Sicuro talento, ma tutto da educare, soprattutto per fare l'esterno in Italia e con un tecnico come Mihajlovic. La fase di non possesso è interamente da formare, sia in chiave difensiva che offensiva. Gli manca l'attacco della profondità e l'inserimento in area, così come la copertura difensiva diligente e profonda. Per quanto sia mobile e abile a cercare lo spazio per ricevere palla, non è certo un esterno che macina chilometri in fascia.
Servirà tempo per adattarsi, ma se saprà capire e completarsi il panorama tecnico promette benissimo.

13 dic 2010

La Gata

Chi ha visto River Plate - Estudiantes avrà certamente impresso il ricordo di un biondino col numero 10 con la faccia tosta di battibeccare a lungo con Matias Almeyda. In più quel biondino qualche minuto prima aveva scagliato un destro terrificante da 25 metri che si era stampato sul palo nel silenzio del Monumental.

Il ragazzo attualmente dell'Estudiantes è Gaston Fernandez, detto la Gata, e calca da diversi anni il palcoscenico del calcio sudamericano. Classe '83 cresce nelle giovanili proprio del River Plate ed esordisce in prima squadra nel 2002-2003. Qui iniziano le sue peregrinazioni, che lo portano di fatto a cambiare una squadra all'anno, passando per Racing Club di Avellaneda, Monterrey in Messico, San Lorenzo, Tigres (sempre Messico), Estudiantes, ancora Tigres e ancora Estudiantes. Talento senza fissa dimora, riesce a vincere il Clausura 2003 col River (da esordiente, 8 presenze e 1 gol), il Clausura 2007 col San Lorenzo (da grande protagonista con 9 gol, insieme a Ezequiel Lavezzi), la Copa Libertadores 2009 con l'Estudiantes (con gol in finale), la Superliga col Tigres sempre nel 2009 e infine l'Apertura 2010 con l'Estudiantes.

A 27 anni sembra aver trovato la sua dimensione e un pò di continuità, come testimoniano i 7 gol in 10 partite.
Classica seconda punta agile con tecnica da vendere, abile a muoversi tra le linee e a saltare l'uomo ha pagato in carriera la discontinuità e un carattere un pò particolare (per questo Passarella nel 2003 decise di cederlo). Il talento è sempre stato evidente. Grande capacità di rifinire il gioco e valido nel tenere la palla, non è mai stato un grande goleador (tranne al San Lorenzo e al Tigres, dove ha segnato con buona continuità) anche per la sua tendenza a "uscire" mentalmente dalla partita in certi momenti, ma spesso ha segnato gol belli e importanti. La sua vittima preferita, manco a dirlo, il Boca Juniors a cui ha segnato con tutte le sue squadre in Argentina.

Cosa gli dirà la testa in futuro non è dato saperlo. Ma finchè gioca sarà un buon motivo per seguire l'Estudiantes.

20 dic 2009

Il Pincha a un passo dal sogno

L'Estudiantes può fare ritorno in Argentina a testa alta ed orgoglioso per quanto fatto ad Abu Dhabi, ma il rimpianto rimane tuttavia grandissimo, perchè gli uomini di Sabella, partiti con tutti gli sfavori del pronostico, hanno accarezzato il sogno per quasi novanta minuti, svegliati bruscamente soltanto dalla zampata di Pedro ad un attimo dallo scadere ed infine tramortiti nel secondo tempo supplementare dal colpo di petto del nuovo Pallone d'Oro Leo Messi.

Al di là del risultato e della cocente delusione, Veron e compagni meritano comunque rispetto ed applausi per quanto messo in campo, per come hanno affrontato gli avversari e per come hanno lottato su qualsiasi pallone. La partita di ieri contro la squadra più forte d'Europa e del pianeta è forse lo spot migliore che il campionato argentino poteva offrire in diretta mondiale, ben lontano dai contorni di violenza per cui è tristemente famoso o dalle magre figure, in campo e fuori, raccolte ultimamente dalla Nazionale e dal suo principale rappresentante. L'Estudiantes è infatti la sintesi perfetta di tutto ciò che di positivo il calcio argentino può proporre in questo momento: grinta, cuore, passione, sacrificio abbinati ad un apprezzabile tasso tecnico.

Accompagnato da un impressionante seguito di tifosi, il Pincha ha affrontato la trasferta negli Emirati Arabi con la consapevolezza di poter scrivere una pagina memorabile della propria storia e di quella del calcio sudamericano, perchè difficilmente si ricorda una squadra tanto favorita dai pronostici quanto questo Barcellona. Sabella ha preparato la sfida contro i catalani nel miglior modo possibile e, approfittando della giornata non particolarmente positiva degli uomini di Guardiola, l'Estudiantes ha sfiorato il colpaccio, giocando soprattutto una prima frazione ai limiti della perfezione.

Veron alla vigilia aveva avvisato tutti, invitando chiunque avesse intenzione di vedere un bello "spettacolo" ad andare a teatro, perchè per lui e compagni l'importante era solo ed esclusivamente il risultato. Un po' machiavellica la Brujita, soprattutto di fronte ad artisti del calibro di Xavi, Messi e compagni, ma in quei primi quarantacinque minuti, in tutta onestà, il Pincha, dal punto di vista tattico, ha messo in mostra un vero e proprio spettacolo. Pressing asfissiante, concentrazione, tagli ai fondamentali rifornimenti di Xavi, ripartenze rapide e chirurgiche: il tutto condito da grinta e una certa dose di ruvidezza che hanno messo in grande difficoltà il Barcellona, incapace di dare ritmo alle complesse geometrie della propria manovra. A serrare le fila degli argentini c'era ovviamente lui, Sebastian Veron, capitano e direttore d'orchestra capace di giocare al contempo di sciabola e di fioretto: un autentico manuale del calcio, un mix di tecnica, classe e personalità inimitabile. La Brujita, se fosse stato necessario, ha fatto rimpiangere per l'ennesima volta il suo prematuro addio al calcio europeo, confermandosi come uno dei migliori centrocampisti visti all'opera nell'ultimo decennio.

Dopo un primo tempo da manuale in cui l'Estudiantes ha interpretato alla perfezione e nei minimi dettagli l'unica via attuabile per mettere in difficoltà gli spagnoli, a fare la differenza è stata la panchina blaugrana, capace di tagliare le gambe ai ragazzi di Sabella ormai troppo stanchi e tenuti in piedi soltanto da un'immensa forza di volontà. Dopo una sequenza di errori più o meno clamorosi da parte delle proprie punte, il Barcellona ha trovato il gol sugli sviluppi di un'azione piuttosto casuale e in quel momento, a due soli minuti dalla fine, si è infranto il sogno del Pincha e dei suoi tifosi. La rete di Messi è poi stata l'inevitabile conclusione del crollo degli argentini, bravi comunque a non arrendersi e a sfiorare un clamoroso pareggio con un colpo di testa di Desabato a pochi secondi dalla conclusione dell'incontro.

La freddezza e la grinta di Boselli, il lavoro sporco di Braña, la quantità e la qualità di Enzo Perez, il monumentale lavoro della coppia difensiva Cellay-Desabato e, soprattutto, l'immenso Juan Sebastian Veron non sono bastati per portare a casa uno storico successo, ma, nonostante l'amara e cocente delusione, la sensazione è che l'Estudiantes si sia confermato una volta per tutte la miglior squadra d'Argentina e del Sud America.

13 ott 2009

Apertura 2009: regna l'equilibrio


La vittoria dell'Independiente in casa del River Plate rilancia in classifica anche il Rojo. La squadra di Gallego si trova infatti ad un solo punto dalla vetta, dove stazionano le grandi favorite di inizio stagione: Velez ed Estudiantes. E' un Torneo di Apertura all'insegna dell'equilibrio, che vede nove squadre raggruppate in tre soli punti e lo stesso Boca Juniors pronto a riagganciare il gruppo di testa grazie al crescente momento di forma.

Soltanto due giornate fa la lotta per il Titolo presentava tutti i presupposti per sembrare uno scontro a due fra i campioni d'Argentina e quelli del Sud America, una sfida partita dopo partita fra due squadre solide, efficaci e soprattutto abituate a vincere. Più spettacolare l'Estudiantes, più concreto il Velez, ma in ogni caso un'altra categoria rispetto agli avversari che a turno cadevano e rallentavano alla minima difficoltà. Sono però bastate due settimane per riportare tutto in una situazione di incredibile equilibrio e piacevole incertezza.

L'Independiente sta attraversando un momento assolutamente positivo e dopo la sconfitta con l'Estudiantes ha collezionato un pareggio e tre importanti vittorie, incluso il Clasico di Avellaneda contro gli arci-rivali del Racing. Grande merito va soprattutto a Gallego, che sembra aver finalmente trovato l'assetto e gli uomini giusti per un progetto spesso criticato, ma di cui pian piano si stanno vedendo i primi ottimi risultati. Banfield e San Lorenzo affiancano il Rojo con lo stesso punteggio, trascinati gli uni dall'attuale capocannoniere del Torneo di Apertura, l'uruguayano Santiago Silva, autore di 7 delle 9 reti messe a segno finora dal Taladro, gli altri dalla straripante personalità del loro allenatore, Diego Simeone. Il Ciclon ha infatti ereditato grinta e tenacia tipiche del suo tecnico, diventando una squadra molto difficile da affrontare e un ostico cliente nella corsa al Titolo.

Alle loro spalle seguono Colón, Argentinos Jrs, Newell's e Rosario Central. La squadra del Turco Mohamed non è una sorpresa, è ormai abituata alle zone alte della classifica e pur non facendo mai il decisivo salto di qualità rappresenta un'autentica mina vagante, un avversario insidioso per qualsiasi compagine. Argentinos, Newell's e Rosario sono invece delle piacevoli sorprese. Soprattutto gli uomini di Ariel Cuffaro Russo hanno impressionato con un grande inizio di stagione, trascinati da un ottimo Jesus Mendez, anche se tuttavia nelle ultime uscite sono apparsi in lieve calo.

Le prossime giornate saranno sicuramente indicative per capire chi di questo folto gruppo di testa potrà veramente puntare con decisione al titolo. Nel frattempo, mentre Estudiantes e Velez si limiteranno a tirare la volata, qualcuno si perderà per strada e qualcun'altro farà di tutto per rientrare dopo una falsa partenza. In ogni caso sembrano esserci tutti i pressuposti per poter assistere ad un altro campionato in bilico fino alla fine, dopo l'insolito spareggio a tre fra Boca Juniors, Tigre e San Lorenzo e lo scontro al cardiopalma fra Velez ed Huracan.


Articolo scritto per Calcioargentino.com

1 ott 2009

Il Pincha non si ferma più!

L’impressione è che la marcia dell’Estudiantes sia veramente inarrestabile. Il Pincha infila infatti la terza vittoria consecutiva e prende la testa solitaria della classifica. A farne le spese questa volta è un Boca Juniors sempre più in crisi, incapace di reagire e di rialzare la testa dopo le sconfitte contro Atletico Tucuman e Godoy Cruz, nonostante l’ennesimo gol di un sempreverde Martin Palermo, che può così festeggiare la convocazione da parte di Maradona per la sfida amichevole contro il Ghana. A decidere l’incontro è Enzo Perez, che risponde prontamente al pareggio Xeneize in apertura di ripresa, dopo il vantaggio iniziale degli uomini di Sabella segnato da Calderon.

L’unica squadra in grado di tenere veramente testa all’Estudiantes sembra il il Velez di Gareca, che ospita l’Huracan in una sfida dal sapore e dalle motivazioni particolari, dal momento che pochi mesi fa, in quello stesso stadio, le due compagini si sono giocate il titolo del Clausura. A presentarsi al José Amalfitani, però, è un Globo orfano delle sue stelline Pastore e De Federico, e ben lontano dai livelli di gioco espressi nell’ultimo campionato.
Anche questa volta, quindi, a spuntarla è il Velez, con una vittoria molto meno sudata di allora, arrivata in scioltezza grazie alla doppietta di Cristaldo, salito così a quota quattro nella classifica cannonieri.

A focalizzare le attenzioni domenica è stato tuttavia il Clasico di Avellaneda, conclusosi con la vittoria dell’Independiente per 2-1, in una sfida iniziata già in settimana dai due tecnici Gallego e Lombardi con piccanti botta e risposta tramite i media. A tingere di rosso il Cilindro e l’intera città in provincia di Buenos Aires ci ha pensato Dario Gandin, autore di entrambe le reti del Rojo e spietato esecutore di un Racing irriconoscibile in questo inizio di Apertura.
La squadra di Caruso Lombardi è infatti un lontano ricordo di quella sorprendente ammirata nel Torneo di Clausura, e per tutto il primo tempo subisce passivamente gli attacchi del Rojo, bravo ad imporre il ritmo e a sfruttare gli enormi varchi lasciati dalla difesa dell’Academia. Vana la rete ad inizio ripresa di Ledesma, che serve soltanto a rendere meno amaro il risultato.

Altri risultati importanti sono le vittorie del sempre temibile Colon del “Turco” Mohamed contro il Rosario Central, rivelazione del torneo, dell’Argentino Juniors contro il Godoy Cruz e del Banfield contro il Newell’s Old Boys. Il Taladro grazie ai tre punti ottenuti domenica si porta al terzo posto, candidandosi ad un possibile ruolo di terzo incomodo assieme al Central in un campionato che pian piano sembra delinearsi sempre più in una sfida a due fra i campioni del Sudamerica dell’Estudiantes e quelli d’Argentina del Velez.

Nel frattempo a Nuñez è sempre crisi nera; nonostante la confortante prestazione del giovanissimo talento Daniel Villalva, i Millonarios non vanno oltre uno scialbo 2-2 che non placa le ire dei tifosi riverplatensi. In vantaggio di due reti il River Plate è riuscito nell’impresa di farsi rimontare e di rischiare addirittura una sconfitta in extremis, non dopo aver avuto la possibilità di chiudere la partita con una clamorosa occasione capitata sui piedi di Bou.
A rendere ancora peggiore la giornata è l’infortunio muscolare di cui è stato vittima Ariel Ortega, costretto così a dover rinunciare alla convocazione in Nazionale di Maradona. Oltre alla prestazione della stellina Villalva, va segnalata l’ennesima grande partita del “Pelado” Matias Almeyda, sempre più sorprendente e sempre più leader di una squadra allo sbando e, non a caso, uno dei pochi a salvarsi dalle dure contestazioni dei tifosi della Banda.

Chi non se la passa meglio è sicuramente il Tigre, sconfitto in casa dal San Lorenzo di Diego Simeone e penultimo in classifica. Un 2-3 casalingo che ha spinto il tecnico Cagna a rassegnare le dimissioni, anche se difficilmente queste verranno accettate dalla società.

Non molto migliore è la sorprendente situazione del Lanus, presentatosi ai nastri di partenza come una delle favorite assieme a Velez ed Estudiantes, ma ancora fermo nelle zone basse della classifica.A complicare la giornata del Granate è soprattutto l’espulsione nel primo tempo del talentuosissimo Sebastian Blanco, enganche assolutamente fondamentale nell’economia del gioco degli uomini di Zubeldia. Nonostante la superiorità numerica, comunque, l’Atletico di Tucuman non è riuscito a sfruttare il doppio vantaggio, facendosi recuperare dal Granate nei minuti finali.

Il prossimo turno prevede sfide molto insidiose per le squadre di testa, con il Velez che va a fare visita alla Bombonera contro un Boca ansioso di uscire da un brutto periodo e probabilmente forte del ritorno di Riquelme e con l’Estudiantes di Veron impegnato in trasferta contro l’Argentinos Juniors. Altra sfida degna di nota, infine, è lo scontro che si terrà al Nuevo Gasometro fra Ciclon e Millonarios, con gli uomini di Gorosito che faranno visita all’ultimo allenatore in grado di portare a Nuñez il titolo argentino: Diego Pablo Simeone.


Articolo scritto per calcioargentino.com