14 gen 2015

Mancini e i mediani davanti alla difesa

Spesso parlando del secondo avvento di Roberto Mancini sulla panchina dell'Inter si sente dire che tra le sue richieste c'è un regista da schierare davanti alla difesa, che si prenda la responsabilità di avviare l'azione.
Ma nella sua carriera da allenatore Mancini ha mai cercato un profilo simile?

Partiamo da due premesse.
In primo luogo il termine regista ormai è un'etichetta che può significare tante, troppe cose diverse. Il ruolo di cui parliamo in inglese si definisce deeplying playmaker, ed ha un suo rappresentante archetipico in Andrea Pirlo. Un profilo decisamente particolare, che nel mondo trova in realtà pochi esponenti ed è utilizzato assai più raramente di quello che si lascia intendere comunemente. Negli ultimi anni in Italia in particolare sembra che senza questa figura sia del tutto impossibile anche solo immaginare di giocare a calcio, quando si possono trovare comodamente svariati esempi del contrario. Occorre anche separare questa figura da quella del mediano di impostazione, giocatore in un certo senso più grezzo, con meno qualità pura e fantasia e una dose maggiore di fisicità e interdizione, questo sì più comune a tutti i livelli del calcio.
In secondo luogo c'è una netta demarcazione tecnica tra una mediana composta da due uomini ovvero da tre.

La prima squadra che lo jesino ha potuto costruire secondo i suoi desideri è stata la Lazio, che ha allenato dal 2002 al 2004. Il modulo di riferimento è il 4-4-2, con una mediana composta quindi da due uomini. Le caratteristiche si dividono in un giocatore più di regia e impostazione, di solito Liverani, ma anche un giovane Stankovic o Ousmane Dabo, e uno più di corsa e contenimento, Giannichedda o per il primo anno Diego Simeone.
Dal 2004 al 2008 è sulla panchina dell'Inter per la sua prima avventura in nerazzurro. Nella prima stagione, il 2004-2005, punta sul 4-4-2 in cui la mediana doveva fondarsi sulla coppia Veron-Davids. Problemi di equilibrio e risultati portarono al varo di una linea più robusta composta da Cambiasso e Cristiano Zanetti, con Stankovic e Veron dirottati sulle fasce in una sorta di 4-2-2-2 alla brasiliana. Volendo dividere per generi, i creativi erano Veron o Stankovic, mentre i portatori d'acqua Cambiasso, Cristiano Zanetti e Davids, finchè è rimasto. Nel 2005-2006 il modulo è lo stesso, ma c'è l'innesto di David Pizarro come alternativa a Veron e Stankovic spostato stabilmente in fascia sinistra. Il 2006-2007 porta alla scoperta del 4-4-2 a rombo, precisamente tra il primo e il secondo tempo della Supercoppa Italiana in cui l'Inter passa dal risultato di 0-3 al 4-3 nei supplementari. Per la prima volta quindi Mancini prova una mediana a tre, con la conseguente necessità di scegliere un uomo da mettere come riferimento davanti alla difesa. Per la prima parte di stagione la scelta cadde su Olivier Dacourt, poi rimpiazzato da Cambiasso quando tornato disponibile, con rarissime apparizioni anche di Stankovic nel ruolo. Meglio glissare sulla scelta fortunatamente occasionale di Burdisso. Notare che Pirlo nel Milan giocava già stabilmente da anni come regista basso. Il 2007-2008, suo ultimo anno, vede la conferma assoluta del rombo, con Cambiasso titolare inamovibile e un paio di presenze anche per Chivu da mediano.
Col passaggio al Manchester City nel Dicembre 2009 Mancini torna alla mediana a due, evidentemente la sua preferita. Il modulo è ancora il 4-4-2 in linea, con Nigel de Jong o Vieirà come mediani difensivi e Gareth Barry uomo d'ordine. Nel 2010-2011 la coppia di riferimento è ancora Barry-de Jong, con Yaya Tourè prima alternativa, mentre il modulo evolve in un 4-2-3-1 soprattutto per sfruttare le incredibili qualità dell'ivoriano. Il 2011-2012 vede più stabile in posizione arretrata Yaya Tourè, con conseguente riduzione del minutaggio di de Jong. Il numero quarantadue diventa l'anima del centrocampo della squadra, capace di alternarsi come mediano difensivo, centrocampista di impostazione o trequartista in base alle necessità del momento. Di fianco a lui si alternano Barry, il partner principale, de Jong e Milner. La stagione successiva Mancini rimane in carica fino a Maggio, il modulo è sempre il 4-2-3-1 e il posto di de Jong viene preso da Javi Garcia. Yaya Tourè è sempre più titolare a centrocampo e il suo partner più continuo è ancora Gareth Barry.
Anche nella breve parentesi, nemmeno annuale, al Galatasaray la sua coppia preferita, in un tourbillon di moduli, era quella composta da Felipe Melo e Selçuk İnan.
Nella sua seconda avventura all'Inter Mancini ancora una volta ha scelto di gettare i semi del 4-4-2, declinato anche come 4-2-3-1. Un mediano si occupa principalmente della fase di contenimento, Gary Medel, mentre il suo partner si occupa di geometrie e strappi verticali, Fredy Guarin. Sia il mercato che le dinamiche tecniche di un'Inter ancora in costruzione devono stabilizzare ruoli, titolari e riserve, ma ad oggi al cileno sono alternativi M'Vila e Krhin, mentre al colombiano Kuzmanovic e potenzialmente Hernanes.

Nell'ideale tattico di Roberto Mancini quindi la mediana è composta da due elementi, di cui uno più dedicato alla fase difensiva e uno di collegamento coi giocatori più offensivi, che può essere sia un giocatore geometrico che uno bravo a spezzare le linee avversarie portando palla in verticale. La rifinitura del gioco è affidata a coloro i quali giostrano dalla trequarti in su.
Un regista alla Pirlo semplicemente non è previsto, nemmeno in caso di un centrocampo a tre. Nelle uniche occasioni in cui ha sfruttato questa variante infatti l'uomo davanti alla difesa poteva anche avere doti di impostazione e lancio, ma sempre accompagnate da spiccate capacità di copertura.

5 commenti:

  1. Mancini provò il rombo già nell'inverno 2004 con Cambiasso pivot.

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    1. lo so, ma non potevo fare la casistica partita per partita, sono andato per grandi numeri

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  2. in questo periodo si parla di tanti giocatori, quasi sempre con caratteristiche diverse ed è difficile capire quali siano quelli davvero cercati.
    sulla base della tua descrizione credo che il profilo giusto sarebbero quello di un simil thiago motta, giocatore che sa dare le giuste geometrie alla squadra, dalla visione di gioco eccelsa, ma dotato anche di fisicità e contrasto.
    Non potendo arrivare ad un giocatore con queste caratteristiche credo che si cerchi di sostituire principalmente Medel con un giocatore che possa difendere, ma possibilmente con qualità di impostazione maggiore.
    Per quello visto col Genoa Guarin sarebbe perfetto in quel ruolo avendo un gran fisico, ma anche sa verticalizzare bene (vedi assist contro la juve e all'inizio col genoa). Il problema di Guarin è se in quel ruolo può giocare bene a sprazzi come il suo solito o possa avere la continuità che un ruolo così delicato richiede

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    1. Il problema di Guarin è come sempre la testa, altrimenti avrebbe caratteristiche ideali per quello che chiede Mancini. Per il resto considera che a Medel serve anche un'alternativa, e se parte M'Vila ci sta che Mancini non si fidi di Krhin.
      Anche io penso che mancherebbe più una figura alla Thiago Motta o Nuri Sahin, un centrocampista più di tocco e geometrico. Che potrebbe essere anche Hernanes se imparasse a giocare in quel ruolo.

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  3. io preferisco anche come giocava l'inter di cuper
    con due rifinitori sulle fasce in un 4 4 2

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