3 dic 2012

Lazar Markovic, il fenomeno serbo



Ci sono talenti, nel calcio, che ti lasciano negli occhi un bagliore particolare. Il capo osservatori delle giovanili dell'Inter, Pierluigi Casiraghi, lo dice spesso: "Nel giudicare un giovane non bisogna pensare troppo, spesso la prima impressione è quella più veritiera". Parole sante, mi verrebbe da dire. E poche volte posso dire di essere rimasto colpito da un giovane come nel caso di Lazar Markovic.

Lazar nasce il 2 marzo 1994, in una cittadina a 150 kilometri da Belgrado. Ad appena 12 anni viene notato dagli scout del Partizan, squadra della capitale. Da allora è un'ascesa continua: il 29 maggio 2011, ad appena 17 anni, esordisce nella Super-Liga Serba; l'11 luglio firma il suo primo contratto da professionista; primo gol ufficiale il 13 agosto 2011; vince il premio come miglior giocatore del Partizan a fine 2011; esordisce in Europa il 13 luglio 2011 in un preliminare di Champions. Per non parlare del suo cammino nelle selezioni nazionali serbe: a 15 anni esordisce nell'U17; con un salto pazzesco passa subito in U21 e a pochi giorni dal suo diciottesimo compleanno debutta addirittura in nazionale maggiore. Un cammino incredibile.

Ma che giocatore è Lazar Markovic? Ho avuto il piacere di vederlo finalmente in diverse partite di fila (almeno 5) nel campionato serbo e mi sono fatto una prima impressione. Il ruolo che ricopre attualmente nel Partizan è quello di esterno d'attacco, di solito partendo dalla sinistra. In realtà, guardando attentamente i suoi movimenti, si può notare come abbia una spiccatissima tendenza a svariare su tutto il fronte offensivo scambiando abilmente posizione con i compagni, non dando alcun punto di riferimento ai difensori avversari e dando opzioni di scarico ai compagni. La sua duttilità lo rende ideale per il suo allenatore in quanto dalla trequarti in su può ricoprire praticamente qualsiasi ruolo, escluso quello del centravanti. La qualità che balza agli occhi è sicuramente la sua velocità palla al piede: quando ha un millimetro di campo, diventa praticamente un fulmine ed assolutamente imprendibile sia sul breve che sul lungo, un qualcosa che, credetemi, io non vedevo dai tempi del giovane Messi. Un'altra sua specialità è l'assist, il filtrante, che scaturisce dalla grande visione di gioco di cui è dotato e da un tocco di palla assolutamente sopraffino: non è un caso che i primi passi li abbia mossi da trequartista. Sa giocare di sponda con i compagni (in particolare, ottima l'intesa con il centravanti Mitrovic) e scambiare nello stretto. Il repertorio di Markovic è assolutamente completo.

Quali sono quindi i difetti del giovane serbo? Come tutti i giovani, anche Lazar ha i suoi punti deboli. Quello più scontato è una certa discontinuità nell'arco della partita: può far passare le pene dell'inferno agli avversari anche per 45 minuti interi, ma può anche rendersi abbastanza impalpabile negli altri 45. Questo è un difetto piuttosto comune a tutti i giovani di questa età se non anche più grandi (lo noto spessissimo anche in giocatori di 21-22 anni), avrà tempo di lavorarci. Questo non significa però che non si sappia spendere anche in fase di ripiegamento: una mano al suo centrocampo e al suo terzino la da sempre. Il limite tatticamente più evidente è senz'altro la tendenza a tentare sempre l'uno contro uno: non c'è momento in cui non prenda palla e vada incontro a qualche avversario; tante volte il dribbling gli riesce, molte altre ancora no, deve ancora capire a fondo i momenti in cui è necessario saltare l'uomo rispetto a quando magari risulta preferibile scaricare il pallone su un compagno. Deve anche imparare ad essere più cattivo in alcuni movimenti, soprattutto nei tagli senza palla dall'esterno, che potenzialmente sarebbero un'arma letale per un giocatore così veloce, mentre Lazar preferisce attendere pigramente il pallone o accentrarsi piuttosto che dettare un passaggio. Questi senz'altro però sono limiti fisiologici se si pensa che parliamo di un 18enne che ha il potenziale dei numeri 1. Dategli un po' di tempo per maturare tatticamente e fisicamente e si prenderà la scena del calcio per i prossimi 10-15 anni. Sperando che magari inizi a farlo dal campo nerazzurro di San Siro

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