Lo Shakhtar Donetsk è la sorpresa della Champions 2010/2011.
A molti verrà naturale il parallelismo col Cska 2009/2010, ma a parte venire dall'est e aver vinto una Coppa Uefa non hanno molto in comune.
La squadra ucraina nasce da un progetto ben preciso cominciato nel 1996, quando l'oligarca miliardario ucraino Rinat Akhmetov si assicura la proprietà del club. Da allora inizia un'ascesa che porta la squadra a contendersi tutto in patria con la Dinamo Kiev, specialmente dal 2000 in poi, portando a casa cinque campionati, cinque coppe d'Ucraina, tre supercoppe, diverse partecipazioni alla Champions League e soprattutto la Coppa Uefa 2009 (ultima con questa denominazione). Tanto per sistemare anche il contorno, nel 1999 venne aperta una Shakhtar Football Academy e nel 2009 arriva un nuovo stadio da cinquantamila posti, un gioiellino da cinque stelle Uefa adatto a una squadra che da dieci anni fa ventimila spettatori di media.
Tutto questo sotto la guida, dal 2004, di una vecchia conoscenza del calcio italiano come Mircea Lucescu. Tecnico intelligente e pronto al calcio moderno, ha dato negli anni alla sua squadra un gioco ben definito fatto di possesso palla, corsa collettiva, attenzione agli spazi, sfruttando come moduli il 4-3-1-2 e il 4-2-3-1. La composizione della squadra è decisamente interessante: giocatori dell'est Europa per i ruoli fisici e tattici dal centrocampo in giu, giovani brasiliani di talento pescati a poco da far giostrare dal centrocampo in su.
In principio arrivarono i vari Matuzalem, Elano, Cristiano Lucarelli, che hanno dato le basi alla generazione attuale, di sicuro la migliore.
La difesa è retta da Chygrynskiy (centrale di 24 anni valutato 25 milioni di euro due anni fa dal Barcellona), Srna e Raţ, giocatori di grande fisico ed esperienza ed è supportata costantemente da due mediani che badano soprattutto al sodo (Hübschman e, da quando si è infortunato il vicecapitano Fernandinho, il giovane Mkhitaryan).
Ma è l'attacco a stupire, specie dopo il 6-2 complessivo rifilato alla Roma.
Il centravanti è Luiz Adriano, finalmente titolare dalla cessione di Brandao all'Olympique Marsiglia, giocatore classe'87 con buon fisico e buona tecnica, che si sa muovere e ha un buon feeling con le coppe, come testimonia anche la rete in finale di Uefa. Willian (1988, destro) e Douglas Costa (1990, mancino) sono le ali al suo supporto e di norma giocano rispettivamente a sinistra e a destra. Il primo più esperto (allo Shakhtar dal 2007) e continuo, classica ala rifinitrice, il secondo arrivato da un anno, ma con molto talento e un gran tiro nel mancino, sicuro giocatore di riferimento del futuro della squadra. Ma il vero motore di tutto il giocattolo è il numero 8 Jadson. Brasiliano (ovviamente) classe '83, dal 2005 a Donetsk, nato regista basso ma devastante trequartista, unisce tecnica di primissimo livello a una visione di gioco che in pochi possono vantare. Capace di servire i compagni nel lungo e nel breve e ottimo negli assist negli spazi, sa anche andare in gol (come testimoniano una tripletta in Champions League nel 2009 e il gol decisivo nei supplementari della finale della Coppa Uefa) grazie al suo raffinatissimo destro e a un certo senso dell'inserimento. Giocatore poco conosciuto per il contesto di riferimento, ma talento purissimo nonchè regista offensivo completo e maturo.
Il calcio dell'est è in ascesa per disponibilità economica, strutture e capacità di sfruttare il materiale a disposizione. Attenti allo Shakhtar...
A molti verrà naturale il parallelismo col Cska 2009/2010, ma a parte venire dall'est e aver vinto una Coppa Uefa non hanno molto in comune.
La squadra ucraina nasce da un progetto ben preciso cominciato nel 1996, quando l'oligarca miliardario ucraino Rinat Akhmetov si assicura la proprietà del club. Da allora inizia un'ascesa che porta la squadra a contendersi tutto in patria con la Dinamo Kiev, specialmente dal 2000 in poi, portando a casa cinque campionati, cinque coppe d'Ucraina, tre supercoppe, diverse partecipazioni alla Champions League e soprattutto la Coppa Uefa 2009 (ultima con questa denominazione). Tanto per sistemare anche il contorno, nel 1999 venne aperta una Shakhtar Football Academy e nel 2009 arriva un nuovo stadio da cinquantamila posti, un gioiellino da cinque stelle Uefa adatto a una squadra che da dieci anni fa ventimila spettatori di media.
Tutto questo sotto la guida, dal 2004, di una vecchia conoscenza del calcio italiano come Mircea Lucescu. Tecnico intelligente e pronto al calcio moderno, ha dato negli anni alla sua squadra un gioco ben definito fatto di possesso palla, corsa collettiva, attenzione agli spazi, sfruttando come moduli il 4-3-1-2 e il 4-2-3-1. La composizione della squadra è decisamente interessante: giocatori dell'est Europa per i ruoli fisici e tattici dal centrocampo in giu, giovani brasiliani di talento pescati a poco da far giostrare dal centrocampo in su.
In principio arrivarono i vari Matuzalem, Elano, Cristiano Lucarelli, che hanno dato le basi alla generazione attuale, di sicuro la migliore.
La difesa è retta da Chygrynskiy (centrale di 24 anni valutato 25 milioni di euro due anni fa dal Barcellona), Srna e Raţ, giocatori di grande fisico ed esperienza ed è supportata costantemente da due mediani che badano soprattutto al sodo (Hübschman e, da quando si è infortunato il vicecapitano Fernandinho, il giovane Mkhitaryan).
Ma è l'attacco a stupire, specie dopo il 6-2 complessivo rifilato alla Roma.
Il centravanti è Luiz Adriano, finalmente titolare dalla cessione di Brandao all'Olympique Marsiglia, giocatore classe'87 con buon fisico e buona tecnica, che si sa muovere e ha un buon feeling con le coppe, come testimonia anche la rete in finale di Uefa. Willian (1988, destro) e Douglas Costa (1990, mancino) sono le ali al suo supporto e di norma giocano rispettivamente a sinistra e a destra. Il primo più esperto (allo Shakhtar dal 2007) e continuo, classica ala rifinitrice, il secondo arrivato da un anno, ma con molto talento e un gran tiro nel mancino, sicuro giocatore di riferimento del futuro della squadra. Ma il vero motore di tutto il giocattolo è il numero 8 Jadson. Brasiliano (ovviamente) classe '83, dal 2005 a Donetsk, nato regista basso ma devastante trequartista, unisce tecnica di primissimo livello a una visione di gioco che in pochi possono vantare. Capace di servire i compagni nel lungo e nel breve e ottimo negli assist negli spazi, sa anche andare in gol (come testimoniano una tripletta in Champions League nel 2009 e il gol decisivo nei supplementari della finale della Coppa Uefa) grazie al suo raffinatissimo destro e a un certo senso dell'inserimento. Giocatore poco conosciuto per il contesto di riferimento, ma talento purissimo nonchè regista offensivo completo e maturo.
Il calcio dell'est è in ascesa per disponibilità economica, strutture e capacità di sfruttare il materiale a disposizione. Attenti allo Shakhtar...
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