3 dic 2017

C'è un nuovo Cristante in città


Gasperini è da sempre un maestro nel far rendere giocatori con corsa, un minimo di senso tattico e/o tecnica. I nomi resi rilevanti dal suo sistema di gioco negli anni sono innumerevoli, ma abbandonato il suo sistema (e, forse, il suo preparatore) capita che il loro rendimento cambi, anche radicalmente. All'Atalanta il tecnico di Grugliasco sta trovando uno dei picchi della sua carriera, e l'ultimo giocatore a godere del suo tocco magico è Bryan Cristante.

Ogni tanto va ricordato che Cristante è un classe 1995, quindi un giocatore ancora giovane, soprattutto alle latitudini italiane. Per intenderci, ha un anno in meno di Gagliardini. Sembra più vissuto perché ha avuto una certa pubblicità fin da adolescente, quando giocava nella cantera del Milan ed era considerato il talento del futuro per la mediana rossonera, tanto da esordire addirittura nel 2011, in Champions League. Gagliardini, per mantenere l'esempio, vede per la prima volta il campo con l'Atalanta dei grandi due anni dopo, nel 2013.
Questa precocità in un certo senso gli si è ritorta contro. L'etichetta di giovane talento ha un peso, soprattutto quando inizi a girare un paio di squadre senza trovare mai spazio. Si passa in fretta a sopravvalutato, giovane bruciato, e dopo Benfica, Palermo e Pescara sembrava proprio questo il destino del centrocampista nato a San Vito al Tagliamento. Invece a gennaio 2017 Gasperini lo sceglie per sostituire numericamente proprio Gagliardini, prelevato dall'Inter, e comincia un'altra storia.

Nelle giovanili del Milan Cristante era visto come un potenziale erede di Pirlo, vale a dire un regista basso, specializzato nel giocare davanti alla difesa in un centrocampo a tre, dettando i tempi dell'azione. E questo sembrava il suo unico ruolo (con l'eccezione di un paio di partite sotto la guida di Allegri, che lo ha schierato da interno), fino all'incontro (sì, lo ripeto ancora, ma è proprio una sliding door focale) con Gasperini. Il tecnico piemontese evidentemente ha delle capacità al limite della veggenza nel valutare i giocatori, e nell'ex rossonero ha visto un talento passato sostanzialmente inosservato: la capacità di corsa verticale e di inserimento.

Nei primi sei mesi a Bergamo in realtà Cristante si è più che altro ambientato. Ha trovato i minuti e la fiducia che gli sono sempre mancati e ha occupato il posto in mezzo al campo lasciato da Gagliardini, giocando insieme a Freuler e Kessié. Un po' di regia, un po' di movimento, apprendimento tattico e, a sorpresa, 3 gol per un pieno di autostima fondamentale per sbocciare. Infatti Bryan quest'anno ha fatto un deciso passo in avanti, prendendo per mano l'Atalanta anche in Europa League e ritagliandosi uno spazio da deciso protagonista.

Il Cristante versione 2017-2018 è però un giocatore mai visto prima. Gasperini nella sua nuova Atalanta gli ha ritagliato un ruolo nuovo, diverso sia da quello sempre ricoperto che da quello dei primi mesi. O meglio, magari non così diverso dal periodo iniziale in nerazzurro, ma più specializzato. Il numero 4 è diventato a tutti gli effetti l'uomo degli inserimenti, deputato a dare peso all'attacco e riempire l'area. Un giocatore molto dinamico, sempre in movimento. I gol che sta trovando non sono un caso, ma frutto di un piano preciso (escludendo ovviamente quelli di testa su calcio piazzato, la sua specialità): Cristante è diventato in nerazzurro l'erede di Franck Kessié, vale a dire l'uomo che galleggia tra centrocampo e attacco a seconda delle necessità, pur con caratteristiche proprie e diverse. Di sicuro un giocatore moderno, che può incidere sulla partita in diversi modi, rendersi utile in molti modi e adattarsi a diversi compagni mantenendo un certo standard.

Il massimo esempio della nuova vita di Cristante si è avuto nello storico 1-5 contro l'Everton. In questa gara ha giocato praticamente da seconda punta, attaccando sempre l'area palla al piede e inserendosi. Risultato: due gol e un rigore procurato. Col doppio mediano alle sue spalle (la coppia de Roon-Freuler) diventa libero di interpretare la fase offensiva come trequartista incursore, l'estremizzazione del lavoro di box-to-box. Il gol trovato contro il Benevento nasce proprio da questa impostazione, che conferma la nuova dimensione del giocatore. Ora anche riferimento e leader dell'Atalanta.
A un passo dal diventare una meteora Cristante ha trovato la sua strada, trasformandosi come giocatore. Come la crisalide che diventa farfalla.

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