6 ago 2015

Talenti di Tigres e River

Tigres e River non sono arrivate in finale di Copa Libertadores per caso. In entrambe le squadre si segnalano giocatori di spessore e qualità inseriti in contesti tattici ben sviluppati, sia giovani che d'esperienza.
Presentiamo tre giocatori futuribili per squadra, come consigli per gli acquisti.


River

Dei giovani del River si è parlato in lungo e in largo. Driussi, Mammana, Pity Martinez, Balanta qualche tempo fa. Ma di giocatori futuribili ce ne sono anche altri, solo meno pubblicizzati. Grazie all'ottima intelaiatura tattica di Gallardo in molti sono in grado di giocare sulle loro qualità, prendere fiducia e migliorare.

Ramiro Funes Mori: gemello di Rodrigo, che una volta era una sensazione del River oltre che il fratello più famoso, ha avuto un percorso di crescita quasi incredibile negli anni - praticamente opposto a quello del fratello -, che si sta completando proprio sotto Gallardo. Classe 1991, el Mellizo è un centrale mancino con tecnica, capacità di impostazione, fisico, cattiveria e pure qualche gol nel repertorio. Negli anni ha fatto costanti progressi come senso della posizione, abilità nel giocare la palla e soprattutto personalità. Nel River è un leader e ormai un centrale fisso, mentre nel passato veniva anche allargato a sinistra. Tende a esagerare sia in certe giocate che in confidenza, ma nelle difese moderne è un centrale utilissimo. Pur giocando difensore è arrivato a segnare circa la metà delle reti del fratello punta con la Banda.

Lucas Alario: l'ultimo capolavoro di Gallardo. Pescato nel Colon praticamente come un signor nessuno, il Muñeco in dieci partite con tre gol in Primera ha visto in lui il centravanti di cui aveva bisogno. Nato nel 1992 Alario è una prima punta vera per fisico e attitudine alla lotta coi difensori, ma soprattutto sa muoversi, definire in area e giocare coi compagni con qualità. Al River si è presentato con prestazioni solidissime impreziosite dai gol in semifinale e finale di Libertadores. Potrebbe essere solo l'inizio. Il 13 sulla maglia, per chi ha il romanticismo nelle vene, è il numero storico del Loco Abreu.
Camilo Mayada: anche lui del 1991, uruguagio prelevato dal Danubio. Uomo di fascia destra capace di coprire praticamente tutti i ruoli  - non a caso Gallardo ha scelto lui per sostituire lo squalificato Mercado e l'infortunato Mammana in finale come terzino destro - grazie alla sua grande corsa e buona capacità palla al piede. Vive di uno contro uno sia in attacco che in difesa, con tutti i rischi del caso, ma non molla mai e col fisico non si tira certo indietro visto il dna charrua. É un giocatore ancora in evoluzione, ma che un posto alla fine lo trova.


Tigres

I messicani del Tuca Ferretti sono un contesto abbastanza particolare. Il calcio messicano è ricco, soprattutto per gli standard del centro/sudamerica, e può permettersi giocatori di talento in età matura di ritorno dall'Europa. Nella rosa l'esempio più chiaro è Andrè-Pierre Gignac, ma non è il solo. Dietro questi nomi però si trovano giovani interessanti, che rischiano sempre di rimanere troppo legati al calcio locale.

Jürgen Damm: grande pupillo di Stefano Borghi e Carlo Pizzigoni, messicano classe 1992 con chiare origini tedesche da parte di nonno. Conosciuto per l'incredibile velocità palla al piede è un esterno che ha dimostrato capacità di giocare anche in spazi più stretti e soprattutto ottima tendenza all'assist. Non il classico velocista che abbassa la testa e lancia la palla insomma. Nelle due finali col River alcune delle migliori occasioni del Tigres sono partite da sue iniziative. In ottica europea il vero limite è che giusto grazie alla pioggia del Monumental può superare i 50kg di peso.

Guido Pizarro: centrocampista classe 1990 ormai con esperienza infinita tra Argentina e Messico, un tempo era sui taccuini di molti osservatori italiani. Ai tempi del Lanus sfruttava il fisico sugli inserimenti, al Tigres gioca regista davanti alla difesa. Fisico, tecnica, visione di gioco sia verticale che orizzontale, cambio di campo e capacità tattica lo rendono un ottimo elemento nel ruolo malgrado il ritmo compassato. Giocatore ideale da calcio spagnolo, ma chiunque voglia qualità in quella zona del campo dovrebbe aprire gli occhi.

Antonio Briseño: difensore centrale classe 1994, in molti scommettono sarà il futuro sia del Tigres che del Messico. Ha davanti due mostri sacri del club come Juninho e Ayala, ma per fisico e qualità Ferretti lo sta già testando il più possibile, anche se spesso gioca da sostituto.

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