28 mar 2014

Il Siviglia di Unai Emery

Il discorso sul lavoro dell'allenatore rispetto alla qualità della rosa si può oggi portare avanti anche parlando del Siviglia di Unai Emery.

Il giovane (42 anni) allenatore basco è alla guida del club da Gennaio 2013. Se vi sembra di averlo già sentito è merito della sua esperienza al Valencia, che ha allenato dal 2008 al 2012 arrivando sostanzialmente sempre terzo dietro alle superpotenze Barcellona e Real Madrid, consacrando talenti come Villa, Silva e Mata. Ha poi tentato l'avventura in Russia, allo Spartak Mosca, tornando in Spagna dopo appena un semestre.
Al Siviglia si è trovato a risollevare una situazione non semplice, con la squadra che veleggiava in bassa classifica malgrado giocatori come Negredo e Jesus Navas. Ha chiuso la stagione al nono posto (si erano trovati anche al quattordicesimo) ottenendo il pass per l'Europa League grazie alla semifinale di Copa del Rey. Come gli era già capitato di anno in anno a Valencia, il club ha dovuto cedere i suoi migliori giocatori a causa di difficoltà finanziarie. Senza Navas e senza Negredo (25 gol nel campionato 2013), entrambi andati al City, francamente non restava molto su cui contare.
Eppure oggi il Siviglia, dopo un periodo nero tra Gennaio e Febbraio, è la squadra più in forma della Liga, con una striscia di 6 vittorie consecutive, ultima delle quali in rimonta contro il Real Madrid. In campionato si trova al quinto posto, seconda tra gli umani, mentre in Europa League è arrivata ai quarti, in cui affronterà il Porto, vincendo il derby col Betis. Risultati di buon livello soprattutto considerando la rosa a disposizione.

Emery sfrutta il 4-2-3-1 o il 4-4-2 predicati in una chiave abbastanza offensiva. Ne sono una conseguenza i molti gol segnati (55, quarto migliore attacco), ma anche quelli subiti (45, solo in 6 fanno peggio e sono tutti dal dodicesimo posto in giu). Inoltre la squadra si contraddistingue per fisicità e una certa aggressività, che ha portato a ben 10 rossi accumulati in stagione.
Viste le difficoltà economiche la società ha puntato su scommesse e giocatori locali, assemblando una rosa con un'età media interessante. Giovane, ma con la giusta esperienza per non sbandare. Soprattutto tatticamente in linea con le esigenze del tecnico, anche come riserve.

Il reparto offensivo è il motore della squadra, e ha un uomo solo al comando: il capitano Ivan Rakitic (1988). Arrivato nel 2011 sostanzialmente a zero, ha conosciuto negli ultimi due anni una crescita costante che lo vede oggi nel pieno di una maturità calcistica impressionante per lampi di qualità. Non estremamente continuo, ma fondamentale sia come punto di riferimento tecnico che per personalità, il croato gioca sia trequartista che centrocampista centrale con compiti di regia e inserimento e ha messo insieme in stagione 13 gol e 17 assist. Attorno a lui è costruita la squadra, senza mezzi termini.
Dalla trequarti in su giostrano tipicamente con lui due giocatori navigati come Marko Marin (1989, con molte stagioni di gioco alle spalle), in prestito dal Chelsea, e Josè Antonio Reyes (1983). Sono i titolari sulle ali e hanno qualità per aprire le difese, seppur in un mare di discontinuità. Alternative Vitolo (1989) e Trochowski (1984), ma soprattutto il giovane Jairo Sampeiro (1993) che potrebbe essere l'erede dei grandi esterni del Siviglia di Juande Ramos.
Stanno rendendo i due attaccanti Kevin Gameiro (1987) e Carlos Bacca (1986), che si alternano come unica punta, ma giocano insieme quando Emery schiera il doppio puntero. Il francese è stato il grande acquisto estivo, sulla carta il sostituto di Negredo, pur senza strabiliare ha messo insieme 14 marcature. Il colombiano è invece la sorpresa della squadra e degli attaccanti dell'intera Liga. Pescato dal Brugge, dove aveva assommato 28 gol, fin da subito si è dimostrato giocatore consistente, capace di far reparto da solo. Unisce fisico, tecnica e capacità di lettura del gioco. 19 reti e 9 assist, compresi 3 gol tra andata e ritorno al Real Madrid. Per chi si stesse ingolosendo, clausola rescissoria fissata a 30 milioni.
Dietro di loro forniscono fisicità e solidità i due mediani Vicente Iborra (1988) e Stephane Mbia (1986, in prestito dal QPR). Il primo ha passato la carriera al Levante ed è stato preso col non facile compito di riempire il vuoto lasciato da Kondogbia. Il vero motore del reparto doveva essere il giovane uruguagio Sebastian Cristoforo (1993), che si è purtroppo infortunato ai legamenti.
In difesa spicca il grosso contributo dei terzini, capaci di giostrare su tutta la fascia. A sinistra Alberto Moreno (1992), autore di 3 gol, a destra Coke (1987), ben 5 reti. A livello di centrali il referente è l'imponente Federico Fazio (1987),  all'ottava stagione nel club. Gli elementi di esperienza sono Nicolas Pareja (1984, in prestito dallo Spartak Mosca) e Fernando Navarro (1982, anche terzino sinistro).
Il portiere Beto (1982), dalla spiccata personalità, completa la rosa.

Un insieme di nomi che sta trovando una sua amalgama grazie alle alchimie del tecnico. Di sicuro a Siviglia hanno un bel rapporto con la ex Coppa UEFA. Dove arriveranno?



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