22 mar 2014

I dolori del giovane Neymar

Lo sbarco di Neymar da Silva Santos Junior in Europa era un evento atteso con una portata messianica. Non con riferimento al suo compagno Messi, ma con un'aspettativa di impatto devastante in proporzione ad età, talento, risultati in patria e dimensione anche a livello di marketing. In più la scelta del Barcellona, una squadra stellare capace di valorizzare il talento offensivo. In più il cartellino di un ventunenne valutato 57 milioni di euro. In più la coppia da sogno tra il 10 dell'Argentina (stavolta si, intendo Messi) e il 10 del Brasile. Un insieme di elementi che non poteva che risultare dominante.
Le cose non stanno andando esattamente così. Oggi Neymar è abbastanza al centro della critica, soprattutto spagnola, tanto che il suo allenatore Martino è intervenuto in sua difesa. Se si parla di lui come un problema dopo una vittoria per 7-0 il nervo è decisamente scoperto.

Escludendo per il momento il discorso tecnico, in pochi mesi Neymar è stato al centro di due grandi discussioni.
Partendo dall'inizio il primo intoppo è stato medico. E' di Agosto la scoperta della sua anemia, che gli impediva di allenarsi con la giusta intensità e lo lasciava spesso fortemente debilitato. Ricordiamo che il ragazzo arrivato dal Brasile, per quanto talentuoso, fisicamente risultava decisamente gracile per il calcio Europeo, quindi impostare la componente di sviluppo era fondamentale specie nei primi mesi. I maligni direbbero che in particolare a Barcellona sono grandi esperti in materia. Caso rientrato in fretta, più o meno tempo di segnare il gol decisivo in Supercoppa di Spagna, ma comunque un primo caso.
Il secondo problema ha avuto impatto e risonanza ben maggiori, tanto che per mesi si è parlato di Neymar più per questo che per il campo e senza dubbio se ne parlerà ancora a lungo. Mi riferisco ovviamente alla questione dell'effettivo prezzo del suo cartellino, di cui chiunque non viva in una grotta ha letto più volte. Il discorso è semplice: un'inchiesta giornalistica ha fatto emergere che il cartellino di Neymar è stato pagato ben più di quanto dichiarato. Parallelamente la magistratura stava già indagando sulla questione allertata dalla denuncia di un socio del club, così la vicenda è entrata nei tribunali. Il punto di arrivo sono state le dimissioni del Presidente Rosell e un versamento preventivo al fisco spagnolo di 13,5 milioni di euro a fronte di una richiesta di 9,1 per ottemperare a eventuali omissioni, da cui il club comunque si affretta a dichiararsi innocente.
La ciliegina sulla torta arriva dall'altra parte dell'oceano, regalandoci una dimensione da intrigo internazionale: il Santos ha portato in tribunale Neymar senior per avere i reali dati della transazione e capire se ha avuto tutti i soldi che gli spettavano. Un terremoto vero e proprio per il giocatore, per la sua famiglia che ne gestisce contratti e immagine in modo a questo punto per nulla trasparente, per il Barcellona e per la Spagna tutta vista la rilevanza legale del caso e il fatto che costituisca un precedente da considerare con attenzione.

In tutto questo, che oggettivamente dipinge un quadro non semplice, si inserisce il discorso tecnico.
Neymar al Santos era un giocoliere, un goleador e un giocatore determinante. I video dei suoi numeri hanno fatto svariate volte il giro del mondo sin dagli esordi, ha segnato 136 gol col club di cui 6 nella Libertadores vinta da miglior giocatore, è diventato il giocatore di riferimento della Seleção dominando per personalità la Confederations Cup 2013. Un simbolo dell'intero movimento calcistico, anche per modo di intendere il futbol.
Ad oggi non si è visto sostanzialmente nulla di questo nella penisola iberica.
Neymar, tradendo le aspettative generali, si è inserito nel Barcellona in punta di piedi, a dirla tutta anche troppo. Si è calato nel ruolo di scudiero di sua maestà Messi snaturando in parte il suo gioco. Non più l'uomo degli highlights, ma un giocatore tatticamente attento, ligio al suo dovere di coprire la fascia e servire gli altri, probabilmente nell'ottica di conquistarsi la fiducia generale per poi, un giorno, poter chiedere qualche licenza extra. Un atteggiamento anche umile e intelligente, ma resta da vedere che gli sia mai concesso viste le tendenze del simbolo del club, che più volte sul campo è parso quantomeno restio a condividere il pallone col suo nuovo e potenzialmente ingombrante compagno.
Come ruolo ha giocato principalmente sull'amata fascia sinistra, in chiave però più difensiva rispetto al passato (anche giustamente vista la maggior difficoltà del calcio europeo). I suoi numeri complessivi parlano di 12 gol, dato decisamente basso rispetto alle attese, e 13 assist, a testimoniare un suo ruolo più defilato e deferente. In Champions League in particolare il suo score vede solo 3 reti segnate per di più in una singola partita, malgrado avversari sulla carta abbordabili come Ajax, Celtic e Milan. Forse non a caso quella volta giocava da riferimento centrale in assenza di Messi.
Numeri, tra le altre cose, sensibilmente meno impattanti rispetto ai suoi compagni di reparto. Martino gli ha già fatto conoscere diverse volte il sapore amaro della panchina, ma in particolare ora il ragazzo non sembra un titolare nelle idee del tecnico. Contro l'Osasuna non ha giocato e il Tata si è sentito in dovere di difenderlo.
In Brasile invece l'allenatore che lo ha consacrato, Mauricy Ramalho, ha tuonato contro il tecnico argentino, accusandolo di snaturare e sacrificare il gioco di Neymar per concentrare tutto su Messi. Chi l'avrebbe mai detto eh?

Il suo impatto tecnico modesto rispetto alle attese e soprattutto il grande clamore legato alle diatribe legali del Barcellona ha fatto pensare a più di un tifoso di aver buttato soldi per portarsi in casa un problema. Mai come ora Neymar è in discussione sotto ogni punto di vista.
Impossibile che un ragazzo di 22 anni (nato il 5 Febbraio 1992, giusto ricordarlo visto da quanto tempo gioca) sia immune da tutte queste pressioni. Tuttavia la prossima partita è il clasico, e lui ha già dimostrato di avere un buon feeling col Real. Che gli sia data una possibilità?

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