25 set 2013

Diego Costa


L'Atletico Madrid di Simeone è una squadra con molti pregi, tra cui quella di avere giocatori giovani in evoluzione. Il contesto creato negli anni e raffinato dal tecnico argentino aiuta tutti a rendere al meglio, e in questo inizio di stagione è impossibile ignorare Diego da Silva Costa.

Attaccante brasiliano classe '88, è di proprietà dell'Atletico fin dal 2007 dopo gli inizi in Portogallo. Ceduto in prestito 4 volte, 2 in Liga adelante (Celta Vigo e Albacete) e 2 in Liga (Valladolid e Rayo Vallecano), con un totale di 34 gol, con l'Atletico inizia effettivamente a giocare nel 2010/2011, trovando 28 presenze e 6 gol. Ai tempi si presenta come una prima punta fisica con discreto senso del gol e molto lavoro da fare per sgrezzarsi tecnicamente.
Decisiva per la sua maturazione l'ultima esperienza al Rayo nel secondo semestre della stagione 2011/2012, sia perchè ha trovato continuità e titolarità (che con Falcao non poteva avere) sia perchè doveva recuperare da un infortunio ai legamenti. 16 presenze e 10 gol hanno restituito a Simeone un giocatore decisamente migliore e più convinto. Non a caso nel 2012/2013 il tecnico argentino punta chiaramente su di lui, lanciandolo da titolare fisso in tutti i gironi di Europa League e in Copa del Rey. In totale mette a segno 10 gol in campionato, 8 in Copa e 2 in EL.
Ceduto Falcao al Monaco, non c'erano dubbi su chi sarebbe stato il centravanti della squadra. Diego Costa per cancellare ogni scetticismo ci ha aggiunto 7 gol nelle prime 6 partite di Liga.

Centravanti vero, fisico, di quelli che oggi si vedono sempre meno. Alto 1.88, bravissimo a prendere posizione, a difendere palla e a muoversi sul filo del fuorigioco ha avuto un notevole miglioramento tecnico nelle ultime due stagioni, arrivando a trovarsi a suo agio anche fuori dall'area di rigore. Buono nel controllo, riesce a muoversi sapientemente negli ultimi 25 metri, sia attaccando la profondità che proponendosi per le sponde, in cui è un vero maestro. Impressionante la facilità con cui riesce a servire i compagni di prima sul taglio, dote grazie a cui realizza numerosi assist (ben 12 nella passata stagione). Non rapido ma capace di accelerare sull'allungo, non possiede un dribbling fulminante, ma sa spostare la palla al momento giusto. Svaria su tutto il fronte offensivo pur rivelandosi più pericoloso dalla sinistra, dove sa prendere il fondo e cercare il passaggio per i compagni. Non ha un tiro potente, il che lo limita nelle conclusioni da fuori, compensato da un grande fiuto della porta in area, che è il suo habitat naturale.

Un giocatore che ha saputo migliorarsi tanto negli anni, diventando un elemento cardine di una grande squadra. Tra i tanti che dovrebbero seguirlo, farebbe meglio a prestarci grande attenzione Felipe Scolari.

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