23 giu 2012

Copa Libertadores, finale

Il 27 Giugno e il 4 Luglio si giocheranno andata e ritorno della finale dell'edizione 2012 della Copa Libertadores, torneo più prestigioso del Sudamerica. Le finaliste di quest'anno sono Corinthians e Boca Juniors.

La squadra brasiliana, alla prima finale della sua storia, si può considerare la grande sorpresa della stagione.
L'allenatore Tite dal suo ritorno al club paulista nel 2010 è riuscito a portare avanti un progetto tecnico decisamente apprezzabile, che ha già portato alla vittoria del Brasileirao 2011.
Il suo Corinthians è una squadra molto poco brasiliana, che vince con organizzazione, difesa e collettivo, senza sfoggiare grandi nomi (con l'eccezione di Liedson, centravanti con una carriera allo Sporting Lisbona, usato come uomo d'esperienza).
Il modulo di riferimento è il 4-2-3-1, in cui i due mediani sono gli uomini decisivi per le sorti della squadra. Ralf e Paulinho sono giocatori di personalità, con buona esperienza, ottima capacità tattica e tanta intesa. Sanno gestire i momenti del gioco, sviluppare la manovra, recuperare palloni e inserirsi in fase offensiva. Non a caso il numero 8 Paulinho è di fatto il miglior realizzatore della squadra, un pericolo costante per le difese avversarie. Per il resto è difficile inquadrare un vero protagonista o un talento rampante. Tutti seguono lo spartito eseguendo dei compiti ben precisi.
Il Timão ha subito 3 gol in tutta la Copa, 2 nei gironi e 1 da Neymar nella sfida di ritorno contro i campioni in carica del Santos. Tendenzialmente segnano anche poco, ma questa solidità è la garanzia su cui hanno costruito tutti i loro successi.

Il Boca ha cominciato la Libertadores con qualche problema di
troppo . E in verità ha sofferto anche dopo i gironi, dimostrando però grande personalità e voglia di lottare fino all'ultimo, personificata ovviamente da Santiago Silva.
Falcioni è riuscito a superare le difficoltà iniziali grazie a un surplus di qualità, fornito dai suoi giocatori più tecnici e da un paio di innesti. Riquelme ha disputato un semestre stratosferico. Erviti si è scrollato di dosso il suo ruolo da assoluto gregario regalando spunti importanti. Mouche è finalmente uscito dal guscio, garantendo movimento e imprevedibilità offensiva, ma anche inaspettatamente gol.
Come extra ci sono stati Pablo Ledesma e Juan Sanchez Miño. L'ex Catania ha sostituito Diego Rivero a centrocampo dando finalmente al Boca uno sbocco offensivo sulla fascia destra. Si sta riprendendo da un infortunio, ma può essere un fattore. Il ragazzo delle giovanili, classe '90, è la sorpresa della stagione. Mancino con qualità e personalità, è risultato decisivo con gol e giocate sia da centrocampista che da terzino, ed è attualmente la migliore arma tattica del suo allenatore.

Si annuncia una finale non spettacolare, ma molto combattuta, specie in mezzo al campo.
Entrambe le squadre puntano molto sulla fase difensiva, sull'ordine, sulla fisicità e sulla densità nella zona centrale del campo. Il primo errore potrebbe risultare letale.
In questo senso l'esperienza di giocatori come Riquelme (miglior marcatore del Boca nella Copa, vincitore 3 volte), Clemente Rodriguez (secondo argentino con più presenze in Copa,vincitore 3 volte) e Rolando Schiavi (vincitore 2 volte) potrebbe risultare decisiva contro una squadra come il Corinthians, alla prima finale della sua storia.


Nota extra: per i tifosi italiani questa finale si arricchisce di una nota curiosa. Se il Boca vincesse diventerebbe il club con più titoli internazionali al mondo, costringendo il Milan a scucirsi dalla maglia il suo ormai famoso slogan.
Che per precisione dovrebbe essere "il club che, considerando solo i trofei internazionali, è pari al Boca Juniors".

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