25 nov 2010

Denis Alibec

La perenne situazione d'emergenza in cui vive l'Inter ha portato domenica scorsa all'esordio un ragazzo nato in Romania il 5 Gennaio 1991 che, c'è da scommettere, con la squalifica di Samuel Eto'o troverà ulteriore spazio nelle prossime partite.

Denis Alibec è arrivato un anno fa nelle giovanili nerazzurre come acquisto di alto profilo, alla luce di una spesa di quasi un milione di euro per strapparlo al Farul Costanza (tanto per capirci, Balotelli costò 350.000 euro). Procuratori importanti (quei fratelli Becali che hanno in mano tutto il calcio rumeno che conta), aspettative di livello, talento sicuro.
La sua prima stagione in Primavera si rivela di ambientamento. Non riesce a imporsi come titolare fisso anche per la presenza di un tridente collaudato comandato da Stevanovic e Destro proprio nei ruoli più congeniali per lui, riesce tuttavia a lasciare il segno con presenze e gol. Il momento più alto è rappresentato di sicuro alla doppietta al Bayern Monaco nella partita organizzata tra giovani dal '91 in giu il giorno prima della finale di Champions League.
Nella stagione in corso le cose cambiano. La Primavera nerazzurra subisce un rinnovamento corposo, e Alibec rimane uno degli unici tre giocatori classe '91 (uno per ruolo) in rosa. Con anche la fascia di capitano, diventa il punto di riferimento offensivo della squadra, e anche l'uomo più atteso. L'inizio è lento fin dal ritiro con la prima squadra, e il giocatore sembra faticare a carburare e mettere in campo tutto il suo talento. Dopo qualche partita arriva la condizione fisica e il ragazzo risponde con una presenza costante nelle azioni da gol e nel gioco, fino alla convocazione forzata dall'emergenza in panchina contro il Cagliari. Da quel giorno si ha un'ulteriore evoluzione per qualità delle giocate, numero di gol e carisma sul campo.

Alibec è un giocatore atipico, il paragone più pertinente è forse col primo Adriano visto all'Inter. Fisico già pronto per la Serie A, gran mancino in un'unione esplosiva di tecnica e potenza. Capace di giocare prima punta o esterno (principalmente a sinistra) nel tridente, prima o seconda punta in un attacco a due, ha caratteristiche un pò per tutti i ruoli, pur non risultando perfetto in nessuno. Preferisce giocare fronte alla porta e sfrutta poco il fisico nel difendere la palla (anche se all'esordio col Chievo si è mosso bene da prima punta pura, segnando forse un'ulteriore passo avanti), ma grazie alla sua grande tecnica e capacità di leggere il gioco risulta spesso letale sia nell'uno contro uno coi difensori, sia nel servire gli inserimenti dei compagni. Bravo a muoversi nel dettare i passaggi e ad aprire gli spazi, dice la sua nel gioco aereo ed è pronto a smarcarsi in area e finalizzare. Tende a essere un pò egoista e a credere un pò troppo nel suo tiro quando gioca da esterno, ma del resto è una punta.

Un anno fa il suo procuratore disse che si sarebbe preso un posto da titolare nell'Inter. Benitez non si è fatto problemi a schierarlo in una situazione difficile a Verona. Quanto giocherà adesso?

1 commento: