1 set 2010

Uno strano immobilismo

Il primo mercato nerazzurro dell'era Benitez si è chiuso in modo inusuale e inaspettato.
Nessun movimento di spessore in entrata, nessun miglioramento per la rosa titolare. E' arrivato Coutinho, talentuoso brasiliano classe'92 preso due anni fa, è stato cquistato in comproprietà Ranocchia lasciato al Genoa per giocare, è stato preso dal Parma Biabiany e dalla stessa squadra si è riscattata la seconda metà di Mariga. Inevitabilmente, troppo poco per pensare a un salto di qualità.
E dire che le richieste del tecnico erano chiare e ripetute, oltre che ampiamente condivise dai tifosi. Un attaccante e un centrocampista, eventualmente un terzino sinistro.
Marco Branca, direttore dell'area tecnica, risponde che non si è trovato nessuno a condizioni economiche accettabili (discutibile), che la squadra del triplete è rimasta intatta nei titolari e che si è fatto uno sforzo tenendo Maicon, quindi di che lamentarsi? Concettualmente anche vero, ma c'è da considerare il fronte cessioni. Se Burdisso e Quaresma si possono considerare indolori, la cessione di Balotelli, per quanto inevitabile, ha privato la squadra di un giocatore poliedrico e di talento nel reparto offensivo. Rimpiazzarlo con un debuttante assoluto (Coutinho) e un giocatore giovane, ma più limitato (Biabiany) è un azzardo pesante. Vero anche che quest'anno l'Inter può sfruttare Pandev fin dall'inizio, ma parliamo comunque di 5 giocatori per 3 posti, che diventano addirittura 4 considerando Coutinho e il macedone gli unici potenziali vice-Sneijder, Stankovic escluso. Oltre a questo, sono rientrati dai prestiti Mancini, Suazo e Rivas, giocatori ai limiti del progetto tecnico, ma di fatto tornati in corsa (almeno i primi due) vista la ristrettezza della rosa nel reparto offensivo.

A centrocampo la situazione è meno in emergenza a livello numerico (Muntari, Mariga, Stankovic, Cambiasso, Thiago Motta,i giovani ed eventualmente Zanetti per 2-3 posti), ma subentra un discorso di esigenze tecniche. Rafa Benitez ha una missione: cambiare il gioco dell'Inter, portandola ad avere un maggiore possesso di palla e un baricentro più alto. Per questo in mezzo al campo poteva servire o un mediano molto dinamico, abile nel pressing e nel recupero palla (Mascherano)per permettere una più efficace fase difensiva con la squadra più alta, o un centrocampista di grande tecnica e visione di gioco (Fabregas), per migliorare la gestione del pallone nella zona nevralgica del campo. Senza nessun innesto il tecnico dovrà spremere il massimo dai giocatori che ha, soprattutto puntando sull'esplosione di Mariga e sperando in un pronto recupero fisico di Thiago Motta, il centrocampista più tecnico, ma purtroppo il più fragile (fresco di operazione al ginocchio) della rosa.

Dunque soluzioni poche,con alcune scommesse fondamentali.
A questo punto, rischiare per rischiare, mi auguro che la società abbia fatto certe scelte per valorizzare al meglio tutti i giovani del vivaio. Obi e Obiorah in mezzo al campo dovrebbero stare davanti nelle gerarchie quantomeno a Muntari e in ogni caso rappresentare alternative concrete anche a partita in corso. In attacco abbiamo già parlato di Biabiany e Coutinho, ma non sottovaluterei nemmeno Alibec (fondamentale perchè capace di giocare esterno e punta, nonchè uno degli unici 3 primavera classe'91 rimasti) e Dell'Agnello (classe '92, ma prima punta pura forte di testa), che a questo punto potrebbero ritagliarsi spazi ai danni di Suazo e Mancini.
Il salto generazionale è un pò brusco, ma del resto l'undici titolare è anche troppo avanti con gli anni e avere uno dei migliori settori giovanili in Europa servirà pure a qualcosa.

Ai posteri l'ardua sentenza. O più semplicemente, ci sentiamo tra 6 mesi.

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