25 apr 2017

Il Barcellona e il dilemma Messi

Il Barcellona è in un momento sportivo non semplice, specie per le altissime aspettative legate al club nell'ultimo decennio. Ma l'immediato futuro promette di essere ancora più complicato, per una serie di motivi tutti collegati a un solo nome: Lionel Messi.

Partendo dalle cose ovvie, le fortune del Barcellona negli ultimi anni sono strettamente legate al rendimento del suo fuoriclasse col numero 10, e di conseguenza ai suoi umori. Messi infatti ha un carattere particolare, probabilmente più difficile di quello che mediamente si pensa, che influenza parecchio il suo rendimento sul campo.
Coinvolgerlo e convincerlo sono in realtà i primi obiettivi di chiunque si voglia sedere sulla panchina dei blaugrana, perché se Messi è disposto a sacrificarsi e fare certe cose il panorama cambia anche in una rosa del livello del Barcellona. O meglio è più influente il rovescio della medaglia: una Pulce capricciosa comporta una serie di problemi tale da far crollare gran parte del castello malgrado una rosa del livello del Barcellona.
Non è un caso che la storia di Luis Enrique come allenatore sia totalmente cambiata quando Messi, per qualche motivo, ha deciso di tornare a giocare sull'esterno di destra, lasciando a Suarez il ruolo di centravanti. La stagione 2014-2015 non era iniziata così e senza quello spostamento solo in apparenza ininfluente è probabile che il Barcellona non avrebbe centrato il suo secondo triplete.
Come l'allenatore lo abbia convinto è una cosa che sanno solo Luis Enrique e il suo attaccante argentino. In compenso in questa stagione, a due anni di distanza, Messi ha presentato il conto: a un certo punto, ancora per motivi che può sapere solo lui, è entrato in sciopero e l'allenatore ha potuto solo adeguarsi, varando una formazione senza capo né coda col solo scopo di compensare tutto quello che Messi non aveva (più) voglia di fare. Se lo vedete giocare in questo periodo, il 10 è parecchio statico in zona centrale, o sulla trequarti o verso l'area di rigore, pur mantenendo la pericolosità propria dei fuoriclasse. Gli altri devono girargli attorno, sia per cercare spazi sia per coprire il campo (che molto spesso per il Barcellona di oggi è diventato lunghissimo).

Questo è il presente, e vede il Barcellona comunque in corsa per campionato e Copa del Rey, con "solo" un'eliminazione brutta e cocente in Champions League come ferita aperta. Ma i veri problemi inizieranno allo scadere della stagione 2016-2017. Vale a dire quando Messi entrerà nell'ultimo anno del suo contratto col club. Avere il proprio simbolo nonché uno dei migliori giocatori di sempre libero a zero nel 2018 ha fatto scattare tutti gli allarmi in casa catalana già da qualche mese. La situazione però è intricata, più di quanto tutti vorrebbero.

Messi attualmente è il giocatore che guadagna di più al mondo. E una fetta importante di questi guadagni viene dallo stipendio che gli versa mese per mese il suo club. L'argentino si è procurato questo riconoscimento sul campo, ma nel 2018 lui che è del 1987 avrà 31 anni e dovrà firmare l'ultimo contratto veramente importante della sua carriera. Il che, di solito, fa rima con cifra più alta possibile.
Il Barcellona cosa ne pensa? Il club, malgrado sia uno dei più ricchi al mondo per fatturato, non è in condizione di far firmare il suo fuoriclasse di riferimento in bianco, perché il bilancio è una cosa seria e Messi non è l'unico che deve essere pagato mensilmente. Anzi a quanto pare la dirigenza sarebbe proprio dell'idea di chiedere un sacrificio: ti abbiamo preso a 13 anni, ti abbiamo curato, ti abbiamo dato tutto, grazie anche a te del contributo, ma ora che sei all'ultimo contratto lungo ci fai uno sconto. Che magari vuol dire firmare "solo" per 25 o 30 milioni, ma comunque uno sconto.
Due posizioni chiaramente distanti, che infatti al momento non stanno trovando un punto di incontro. Schermaglie normali in affari di queste dimensioni? Forse, ma come dicevamo prima occhio al carattere di Messi: se le cose non vanno come dice lui può anche scegliere di chiudere i discorsi. A risentirci tra un anno, quando sarà praticamente in scadenza e con qualche offerta da capogiro per le mani come obbligo per i catalani.

E qui torniamo al discorso tecnico: Luis Enrique, vale a dire l'uomo che ha rivitalizzato il Barcellona post Guardiola anche grazie al suo rapporto con Messi, a fine stagione lascerà la panchina blaugrana. E il prossimo tecnico andrà scelto anche, se non solo, in base al gradimento di Messi, come già successo nel caso più evidente per Martino.
La scelta sarà indirettamente un elemento intangibile del rinnovo: la dirigenza cercherà di accontentare l'argentino per farlo rimanere o agirà in previsione di un suo possibile addio?

Il coltello dalla parte del manico sembra averlo Messi per status anche coi tifosi, influenza sui risultati, storia personale. Una tradizione del Barcellona però è cedere i propri simboli appena entrano in parabola discendente, per sostituirli con qualcuno degno di raccoglierne l'eredità. Messi, ad esempio, ha rilevato maglia e ruolo di Ronaldinho. E Neymar sembra non aspettare altro. Succederà ancora?

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