Il giocatore di riferimento del Peñarol finalista sconfitto di Copa Libertadores è senza dubbio il suo numero 10 Alejandro el negro Martinuccio.
Argentino nato a Buenos Aires il 16 Dicembre 1987 ha fatto conoscere il suo nome mettendo in campo tutto il suo talento nella fase a eliminazione diretta della Copa, la più delicata. Una vera e propria esplosione improvvisa che ha travolto per primi i campioni in carica dell'Internacional di Porto Alegre, sconfitti al Beira Rio 1-2 grazie a un gol e un assist per Juan Manuel Olivera, e spinto il suo allenatore Diego Aguirre a farne il faro della squadra.
Nasce nelle giovanili del River per poi passare al Club Atletico Nueva Chicago, formazione minore di Buenos Aires che ha visto tra le sue fila l'attuale ct dell'Argentina Sergio Batista e Federico Higuain, fratello maggiore di Gonzalo. Qui fa il suo debutto da professionista nella Primer B Nacional nel 2007/2008 e l'anno successivo viene notato dal Peñarol.
Nel 2009/2010 vince il campionato in Uruguay mettendo a segno 8 gol, mentre nel 2010/2011 ne segna 6 più 3 in Copa Libertadores, pesantissimi per portare il carbonero in finale.
Mancino naturale, fa di corsa, tecnica e rapidità le sue doti principali.
Capace di giocare come ala e seconda punta è letale negli spazi grazie alla corsa instancabile, la progressione palla al piede e la capacità di muoversi negli spazi. Svaria su tutto il fronte offensivo a grande velocità senza dare punti di riferimento, per poi cercare l'uno contro uno in cui mettere a frutto il suo dribbling. Buon tiratore, anche se a volte manca di lucidità a causa del grande lavoro fisico che svolge, si distingue anche per la capacità di fare gioco e di trovare l'assist. Il paragone più immediato è con il numero 22 del Napoli Ezequiel Lavezzi.
Grazie a un passaporto italiano che evita i problemi per il tesseramento degli extracomunitari lo vedremo in Italia?
Argentino nato a Buenos Aires il 16 Dicembre 1987 ha fatto conoscere il suo nome mettendo in campo tutto il suo talento nella fase a eliminazione diretta della Copa, la più delicata. Una vera e propria esplosione improvvisa che ha travolto per primi i campioni in carica dell'Internacional di Porto Alegre, sconfitti al Beira Rio 1-2 grazie a un gol e un assist per Juan Manuel Olivera, e spinto il suo allenatore Diego Aguirre a farne il faro della squadra.
Nasce nelle giovanili del River per poi passare al Club Atletico Nueva Chicago, formazione minore di Buenos Aires che ha visto tra le sue fila l'attuale ct dell'Argentina Sergio Batista e Federico Higuain, fratello maggiore di Gonzalo. Qui fa il suo debutto da professionista nella Primer B Nacional nel 2007/2008 e l'anno successivo viene notato dal Peñarol.
Nel 2009/2010 vince il campionato in Uruguay mettendo a segno 8 gol, mentre nel 2010/2011 ne segna 6 più 3 in Copa Libertadores, pesantissimi per portare il carbonero in finale.
Mancino naturale, fa di corsa, tecnica e rapidità le sue doti principali.
Capace di giocare come ala e seconda punta è letale negli spazi grazie alla corsa instancabile, la progressione palla al piede e la capacità di muoversi negli spazi. Svaria su tutto il fronte offensivo a grande velocità senza dare punti di riferimento, per poi cercare l'uno contro uno in cui mettere a frutto il suo dribbling. Buon tiratore, anche se a volte manca di lucidità a causa del grande lavoro fisico che svolge, si distingue anche per la capacità di fare gioco e di trovare l'assist. Il paragone più immediato è con il numero 22 del Napoli Ezequiel Lavezzi.
Grazie a un passaporto italiano che evita i problemi per il tesseramento degli extracomunitari lo vedremo in Italia?
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