C'era una volta un attaccante bulgaro di nome Dimitar Berbatov, che si era fatto conoscere in Germania col Bayer Leverkusen e in Inghilterra col Tottenham. Nè prima nè seconda punta, fisico importante, grande tecnica, capacità di segnare come di rifinire il gioco e fornire assist, un ibrido atipico della stessa specie di Zlatan Ibrahimovic, pur più grezzo, o meglio meno raffinato nello stile rispetto allo svedese. Dopo una crescita costante (e 136 gol tra Germania e Inghilterra) al termine della stagione 2007/2008 Sir Alex Ferguson firma per lui un assegno di più di 30 milioni di euro, per formare un attacco stellare col di li a poco Pallone d'Oro Cristiano Ronaldo, Wayne Rooney e Carlos Tevez. Il suo compito scritto era di fornire fisicità, difesa della palla e abilità nel gioco aereo.
Il resto è storia recente. Di sicuro il giocatore non ha rispettato le altissime (per colpa del prezzo che gli ha conferito uno status da superstar) attese. Il suo atteggiamento a volte indolente sul campo, lo scarso apporto dato al gioco e i pochi gol oltre al confronto coi compagni di reparto lo hanno fatto regredire nell'ottica collettiva a giocatore mediocre E poi è iniziata la stagione 2009/2010. Il Manchester non è più la macchina da trofei di qualche anno fa, pur vincendo sempre qualcosa, i numeri 7 e 32 sono liberi e lo splendido Rooney dell'anno passato deve lottare contro problemi fisici che ne limitano il rendimento. Così, per necessità, a rispondere presente a livello realizzativo è stato a sorpresa il numero 9 bulgaro con 7 gol nelle prime 6 partite, compresa una tripletta spettacolare agli eterni rivali del Liverpool.
Motivo tecnico? Berbatov è tornato a fare la punta. Non gioca più principalmente spalle alla porta a fare la boa, sacrificandosi per favorire il gioco di più illustri compagni. E' libero di esprimere le sue qualità e la squadra lo segue. Più segna più il suo talento torna a brillare, come un tesoro nascosto che si scopre pezzetto per pezzetto.
Staremo a vedere se il brutto anatroccolo è tornato cigno, ma c'è di nuovo un numero 9 di talento nella parte rossa di Manchester.
Motivo tecnico? Berbatov è tornato a fare la punta. Non gioca più principalmente spalle alla porta a fare la boa, sacrificandosi per favorire il gioco di più illustri compagni. E' libero di esprimere le sue qualità e la squadra lo segue. Più segna più il suo talento torna a brillare, come un tesoro nascosto che si scopre pezzetto per pezzetto.
Staremo a vedere se il brutto anatroccolo è tornato cigno, ma c'è di nuovo un numero 9 di talento nella parte rossa di Manchester.
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