Tutti in almeno una partita ci siamo trovati a chiederci "ma i cambi se li è dimenticati?". Una sensazione che rimane praticamente a ogni gara, che trova una conferma chiarissima analizzando i numeri a bocce ferme.
Mancini ha un problema con i cambi?
Prendiamo in analisi le gare del 2015 perchè sono quelle in cui effettivamente Mancini lavora con una rosa più o meno vicina ai suoi desideri.
Il campione risulta quindi di 13 partite con 37 cambi fatti.
Procedendo per fasce di tempo, solo 4 sono avvenuti prima del decimo del secondo tempo, 3 dei quali per infortunio (Ranocchia per Andreolli contro il Torino, Andreolli per Ranocchia contro l'Empoli, Dodô per Nagatomo contro il Palermo). L'unico cambio "rapido" effettuato per scelta tecnica è stato Podolski (appena arrivato) per Kuzmanovic contro la Juventus. Al nono del secondo tempo.
Troviamo poi 5 cambi fatti tra il decimo ed il ventesimo del secondo tempo. Icardi con il Sassuolo, Kovacic con l'Empoli, Shaqiri sia con la Fiorentina che col Torino sono sostituzioni fatte per cercare di cambiare l'inerzia del match, mentre Kuzmanovic per Palacio contro il Genoa per gestione fisica.
Tra il ventesimo e il trentesimo ne troviamo già 8, di cui 1 (Donkor contro il Torino) per infortunio.
I restanti 20 sono tutti oltre il trentesimo, di cui 8 oltre il quarantesimo.
Per quanto riguarda il "genere" Mancini ha fatto entrare 10 volte un difensore, 19 volte un centrocampista (compreso nel conto Shaqiri) e 8 una punta. Tra i primi il più sfruttato è Dodô, tra i secondi Kovacic e sorprendentemente tra gli attaccanti troviamo Puscas.
Considerazioni rapide:
- Mancini usa i cambi, e quasi sempre ne usa 3. Sulle 13 partite in analisi solo col Celtic a Glasgow e col Napoli in Coppa Italia si è limitato a 2 sostituzioni
- tende a rimanere coerente col suo piano di partenza e a fidarsi degli uomini che ha scelto, pure troppo
- difficilmente cerca cambi rapidi per ottenere un'inversione di rotta, rimandando tutto agli ultimi 10-15 minuti
- praticamente mai si vedono cambi per portare nuova fisicità in mezzo al campo, piuttosto si sostituiscono punte e terzini
- a partita finita può entrare sostanzialmente chiunque
- gli uomini scelti in partenza tendono ad essere duttili. Mancini infatti è sempre pronto a cambiare modulo, ma spostando i suoi titolari più che con le sostituzioni
- volendo fare due considerazioni sulla rosa, è evidente che all'Inter manca varietà in attacco e una riserva nel ruolo di mediano difensivo
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