La vittoria del torneo Transicion oltre a una componente tecnica e di temperamento ha per il Racing una fortissima impronta mistica. E forse era inevitabile per un club con una storia tanto particolare.
Il Racing Club de Avellaneda è una delle cinque grandi d'Argentina, ma i suoi successi sono quasi integralmente legati a un'epoca che possiamo definire remota. La tradizione è gloriosa tanto che il soprannome è Academia (de futbol), retaggio dell'assoluto dominio imposto alla città di Buenos Aires e al calcio argentino tutto agli albori del movimento.
Il momento di maggior gloria sportiva, il 1967 con vittoria di Libertadores e Intercontinentale, coincide con l'inizio della leggenda, che legherà per sempre a un destino particolare la squadra albiceleste. Gli dei del calcio si occuperanno personalmente di rendere imprevedibile e dolorosa la vita sportiva di ogni suo tifoso e dal 1966 vincere un campionato diventerà un tabù assoluto. Come nelle migliori opere greche evidentemente serviva un uomo, un eroe positivo, che mettesse fine al corso negativo degli eventi.
L'indentikit non può che portare a Diego Milito. Nato nel club, era effettivo della prima squadra nel 2001 quando si interuppe un digiuno lungo trentacinque anni e non può essere un caso che oggi, ad altri tredici anni di distanza, il secondo titolo dell'era moderna sia arrivato proprio nella stagione del suo ritorno. Parliamo di due campionati vinti in quarantotto anni in una terra, calcistica e non, in cui la mistica ha una forza tutta sua.
Milito non può che essere l'uomo copertina, soprattutto in Italia. Elemento di assoluta gerarchia per classe, capacità, esperienza nel club e vittorie oltrechè capitano, è chiaramente su di lui che si concentra l'aspetto storico di questo titolo. Tornato ancora in grado di pescare dal suo grande talento abbastanza giocate da produrre sei gol, è stato il riferimento assoluto della fase offensiva. Si è gestito a livello fisico, sfruttando esperienza e capacità di lettura per capire quando accelerare, dare un segno, scoccare la freccia decisiva.
La formazione che ha vinto con quarantuno punti, vincendo tredici partite su diciannove, va però oltre anche a un singolo come il Principe.
Il tecnico Diego Cocca nel Giugno 2014 ha preso in mano una squadra che definire in difficoltà è un leggero eufemismo. Nel 2013/2014 il Racing si era infatti posizionato penultimo nell'Inicial e terz'ultimo nel Final, risultando addirittura ultimo assoluto nella sommatoria dei due campionati, con trentatrè punti totali e otto vittorie su trentotto incontri. L'ennesimo progetto naufragato degli anni recenti dell'Academia, in cui si sono viste diverse volte squadre anche piene di talento perdersi totalmente per motivi ancora una volta misteriosi. Chiedere a Diego Simeone per informazioni.
Questo Racing non era fatto per vincere. Archiviata l'idea di costruire una base futuribile sui talenti delle giovanili, si è puntato su ritorni (Pillud, Centurion, Hauche, Milito) e su una squadra più esperta e solida. Il modulo è un 4-4-2 in linea tendenzialmente sbilanciato da un lato. Sugli esterni del centrocampo troviamo infatti due giocatori con caratteristiche quasi opposte: di solito a destra viene schierato un uomo più difensivo e di copertura, mentre sull'altra fascia giostra el Wachiturro Centurion, incaricato di portare palla e inventare. Il numero dieci, meteora del Genoa classe '93, è il terzo d'attacco e il quarto di centrocampo e svolge un ruolo da collante fondamentale. Statisticamente non ha avuto grande impatto, ma nel gioco è stato una pedina determinante, oltre a togliersi la soddisfazione del gol che ha portato il titolo.
Il modulo quindi si presta a diventare un 4-3-3, anche grazie alla grande mobilità delle due punte, entrambe in grado di agire sia da centravanti che come rifinitori ed abili ad allargarsi.
Gustavo Bou è senza dubbio il secondo uomo-copertina di questo titolo. Ex pibe del River, classe 1990, ha trovato molte difficoltà ad esprimersi sul campo, cambiando quattro squadre senza lasciare ricordi particolari. La sua esplosione è coincisa con l'inizio della cavalcata del Racing, che non era partito benissimo in campionato, e ha una data precisa: settima giornata, Boca-Racing, decisa da una sua doppietta. Non si fermerà più, chiudendo a dieci reti in dodici presenze e mostrando ottima intesa e intercambiabilità col referente che indossa il numero ventidue.
Il cuore del Racing di Cocca tuttavia si trova nella fase difensiva e nella lotta a centrocampo, di cui Ezequiel Videla, classe '88 arrivato in estate su precisa richiesta del tecnico, è il leader carismatico, il trascinatore sul campo. Lo si trova ovunque a tamponare ed è sempre pronto a farsi vedere per giocare palla. Un mediano encomiabile sia per sacrificio che per geometrie, che ha dato tutto e anche di più in un semestre straordinario. A sorpresa è diventato il simbolo di una squadra costruita su una difesa arcigna e instancabile, che ha chiuso il campionato con sedici gol subiti, terzo miglior passivo.
Il risultato caratteristico di Cocca è l'1-0, che si è ripetuto sei volte, possibilmente con gol di Bou.
Dieci volte la squadra è riuscita a mantenere la porta inviolata, tra
cui le ultime sei giornate consecutive e otto delle ultime nove.
Altro giocatore visto in Italia oggi campione d'Argentina è Leandro Grimi, ormai ventinovenne.
C'è uno spartiacque preciso nella stagione dell'Academia, ed è come per i gol di Bou la partita alla Bombonera. Nelle prime sei giornate sono infatti arrivate tre delle quattro sconfitte stagionali, e ben dieci dei sedici gol subiti. Un cambio di marcia impressionante.
Se tutto è cominciato alla Bombonera, la partita del titolo è Racing-River. Per quanto condizionata dal turnover integrale di Gallardo, in quella giornata c'è stato il sorpasso decisivo, che la banda non è più stata capace di colmare.
L'Academia, una volta tanto, non è riuscita ad autodistruggersi. Le facce dei tifosi al Cilindro all'annuncio del gol del River all'ultima giornata dicevano tutto della storia, del passato e della paura della suprema beffa. Ma la mistica per questo semestre indicava la via del trionfo.
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