16 dic 2013

San Lorenzo campeon


L'ultima giornata della primera Argentina era aperta a ogni risultato.
Le due attesissime partite si sono chiuse con altrettanti pareggi (Velez Sarsfield - San Lorenzo 0-0, Newell's Old Boys - Lanus 2-2), ma lo svolgimento è stato ben più emozionante di quanto raccontano i tabellini. C'è stata tanta paura che ha bloccato le squadre, ma anche emozioni, parate e gol. Una successione di eventi che nello svolgersi ha dato una crudele speranza ai tifosi di ogni squadra coinvolta, premiandone alla fine solo una. Quella probabilmente più aiutata dall'alto vista la fede dichiarata di Papa Bergoglio.
Il San Lorenzo infatti, malgrado i tentativi di suicidio, si è laureato campione dell'Inicial mantenendo il vantaggio di 2 punti sulle inseguitrici. Una vittoria importante e significativa a 6 anni dell'ultimo titolo vinto con in campo una serie di grandi nomi locali (Augustin Orion, Gaston Fernandez, Ezequiel Lavezzi, Cristian Tula, Jonathan Botinelli, Cristian Ledesma, Osmar Ferreyra e Diego Rivero).

La giornata finale dell'Inicial 2013 è iniziata in pieno stile argentino, con importanti ritardi e il rischio di non poter giocare la sfida tra Velez e San Lorenzo per l'intromissione di un magistrato che chiedeva la chiusura almeno parziale dello stadio José Amalfitani, a causa del ritrovamento durante l'ultima ispezione di alcolici, materiale pirotecnico e oggetti contundenti. Accantonato il giallo, la partita di Buenos Aires e quella di Rosario hanno regalato un'altalena di emozioni, con le squadre impegnate nell'Interior ad affrontarsi a viso aperto, consapevoli della necessità di fare bottino pieno, e Pizzi a giocare una sfida a scacchi con Gareca, forte del vantaggio in classifica. Un pareggio, nel peggiore dei casi, avrebbe infatti garantito al Cuervo almeno un biglietto per lo spareggio contro l'eventuale vincente di NOB-Lanus.

La battaglia tra Lepra e Grana, alla fine, ha favorito la prima in classifica, permettendo al Ciclon di giocare per 90' con attenzione e ordine, senza la necessità di sbilanciarsi e offrire il fianco al Velez di Gareca. In un Fortin di Liniers stracolmo, con la Pandilla a fare da colonna sonora, la squadra di casa ha faticato a trovare ritmo e precisione, nonostante l'ottima regia di un Lucas Romero sempre più in crescita, permettendo agli ospiti di gestire tempi e gioco senza troppe difficoltà. Nei primi 75 minuti le occasioni più chiare sono state infatti del San Lorenzo, con qualche buono scambio in velocità sull'asse Piatti-Ruiz-Correa, poi l'emozione, la fatica e i nervi hanno preso il sopravvento e il peso offensivo del Velez è uscito allo scoperto. I cambi di Gareca hanno scombussolato la fase difensiva dell'undici di Boedo e soltanto il palo è riuscito a opporsi ad una splendida iniziativa individuale di Allione, il più pericoloso dei suoi. Ed è proprio sui piedi del giovane esterno del Fortin che, al 90', si è trovata la palla del titolo: rimbalzo perfetto dopo un salvataggio disperato della difesa del San Lorenzo, stadio immobile e tempo fermo per qualche secondo, ma alla sua conclusione si è opposto con un riflesso straordinario Sebastian Torrico. San Sebastian di Mendoza.
Gli ultimi secondi sono stati attimi di sofferenza pura, raccoglimento e lacrime, come quelle del Pipi Romagnoli, monumento e capitano del Ciclon.

Il percorso del Cuervo è partito da lontano, con una ristrutturazione generale fondata su una nuova generazione di talenti giovani/giovanissimi e un'intelaiatura di gioco precisa data dall'allenatore Juan Antonio Pizzi. Alla freschezza e imprevedibilità del classe '95 Angel Correa, del ventenne Alan Ruiz e dei vari Veron, Navarro e Villalba, il tecnico spagnolo ha saputo affiancare l'esperienza e solidità di giocatori come Nestor Ortigoza, Leandro Romagnoli, Juan Mercier e Nacho Piatti. Proprio l'ex-Lecce, con 8 reti, è stato fondamentale per sopperire al grave infortunio del centravanti uruguaiano Cauteruccio, che aveva iniziato il torneo trovando la via del gol con impressionante continuità (6 gol in 5 partite). La prolificità del reparto offensivo, tuttavia, è stata ben accompagnata da una difesa solida e arcigna, sempre ben protetta da uno straordinario Mercier. L'esperienza di giocatori come Cetto e Gentiletti ha fatto la differenza e nel momento di maggiore difficoltà è emerso l'eroe mendocino Seba Torrico. Tra gli altri vale la pena menzionare un giocatore che meriterebbe sicuramente una chance in Europa, ovvero Julio Buffarini (classe '88): infaticabile esterno destro con buoni piedi, resistenza fuori dalla norma, duttilità e, finalmente, un taglio di capelli presentabile.

Il 2013 del Ciclon, già entrato nella storia per la nomina di Papa Francesco e l'ufficialità della Vuelta a Boedo, si chiude dunque in modo straordinario, con un titolo arrivato un po' a sorpresa, ma che è un risultato meritato per il lavoro svolto dal club a tutti i livelli: sportivi e amministrativi.


 (in collaborazione con G.B.)

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