Il San Paolo torna a vincere un titolo che mancava dal 2008 strappando la Copa Sudamericana all'eroico Tigre di Gorosito.
Il Tricolor era semplicemente strafavorito dal primo giorno, grazie a una rosa che in Sud America ha davvero pochi rivali. In Argentina ha sofferto per la fisicità degli avversari e soprattutto per l'espulsione a inizio partita di Luis Fabiano, che ha di fatto troncato la manovra offensiva. Nel ritorno in Brasile ha dominato per 45 minuti, con accelerazioni spettacolari e due gol col forte marchio del partente Lucas, che è riuscito a regalare alla sua squadra una gioia prima di trasferirsi al PSG.
Il Matador dal canto suo è stata l'assoluta sorpresa della manifestazione. Una squadra poco quotata che ha saputo esaltarsi in Copa, puntando su organizzazione, garra, difesa, calci piazzati e l'estro di Ruben Botta. Finchè si è giocato a calcio, non hanno avuto niente da invidiare a nessuno, cullando il sogno della prima vittoria in oltre 100 anni di storia.
Purtroppo i discorsi calcistici vanno archiviati in fretta visto quanto successo al Morumbì.
Nessun appassionato di calcio può parlare tranquillamente di vittoria del San Paolo.
La Copa è stata assegnata dopo aver giocato solo 45 minuti (risultato 2-0 per i padroni di casa, con gol di Lucas e Osvaldo), ufficialmente per il rifiuto dei giocatori del Tigre di tornare in campo dopo la pausa di fine primo tempo. Non un gesto di protesta per l'arbitraggio di parte o motivi di gioco, un gesto inevitabile e forse doveroso visto quanto denunciano i giocatori argentini.
Facendo un passo indietro, tutto nasce dalla rissa accesasi sul finire del primo tempo, una classica situazione di gioco duro, con un espulso per parte e molti giocatori impegnati a far valere le proprie ragioni. La situazione è poi degenerata negli spogliatoi.
Il primo a evidenziare la gravità della situazione è stato il tecnico Nestor Gorosito. Non è chiaro lo svolgimento degli eventi. In Brasile dicono che i giocatori argentini abbiano cercato di entrare nello spogliatoio avversario, mentre in Argentina parlano di aggressione subita, prima dagli addetti alla sicurezza dello stadio (che già nel riscaldamento avevano creato problemi agli ospiti) e poi dalla polizia, con tanto di pistole sfoderate e puntate verso i giocatori. Le foto di calciatori e membri dello staff feriti, come anche di macchie di sangue sulle pareti già circolano in rete, e non possono che far male al calcio.
Al minimo, un grave problema di sicurezza che non è un bel biglietto da visita in ottica Brasile 2014. E non c'è rivalità o importanza della partita che tenga.
Il San Paolo ha festeggiato in casa con la sua gente, dimostrando pochissima sensibilità.
Ma una simile macchia su una finale difficilmente passerà inosservata.
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