Ricardo Izecson dos Santos Leite, in arte Kakà, nel 2007 ha ricevuto il Pallone d'Oro, prestigioso premio assegnato da France Football al giocatore che più si distingue nell'anno solare, e il FIFA World Player, riconoscimento similare, ma con differente giuria. Questi riconoscimenti derivano naturalmente dalla splendida Champions League disputata dall'allora giocatore del Milan, chiusa con la vittoria della coppa da capocannoniere con dieci gol. Quest'estate Kakà ha cambiato maglia, passando dal rossonero al blanco della storica camiseta del Real Madrid per una cifra superiore ai sessanta milioni di euro. Un trasferimento pesantissimo a livello economico, a testimoniare il valore attribuito al brasiliano.
Dopo i primi 9 mesi della sua esperienza al Real, si può togliere il velo e trarre le prime conclusioni. L'investimento fatto dalla Casa Blanca su Kakà è secondo solo a quello per Cristiano Ronaldo. E' stato il primo colpo della seconda era Perez, il segno della rinascita dei galacticos. Questo grazie allo spessore tecnico del giocatore, ma anche all'ablilità del Milan a venderlo a certe cifre (puro ossigeno per le casse rossonere). Stella assoluta della squadra, da lui ci si aspettava un'iniezione di classe e talento simile a quella portata da Zidane. Il risultato è stato parecchio deludente. Anzi, a dire il vero sarebbe giusto dire deludente se fosse costato venti o trenta milioni. Oltre i sessanta siamo nel flop storico. Otto gol in tutte le competizioni, una fastidiosa pubalgia, ma soprattutto poco, troppo poco, a livello di creazione di gioco e invenzioni. Vederlo ridotto a un giocatore quasi normale, totalmente oscurato da CR9, ma non solo, in pochi lo avrebbero previsto.
Ad oggi Kakà è un problema per il Real. Altri cinque anni di contratto con stipendio da superstar, problemi fisici non del tutto chiari da debellare, collocazione in campo e intesa coi compagni ancora da limare. Un giocatore da ricostruire, in campo per contratto anche se al collettivo farebbero più comodo altri.
Dopo i primi 9 mesi della sua esperienza al Real, si può togliere il velo e trarre le prime conclusioni. L'investimento fatto dalla Casa Blanca su Kakà è secondo solo a quello per Cristiano Ronaldo. E' stato il primo colpo della seconda era Perez, il segno della rinascita dei galacticos. Questo grazie allo spessore tecnico del giocatore, ma anche all'ablilità del Milan a venderlo a certe cifre (puro ossigeno per le casse rossonere). Stella assoluta della squadra, da lui ci si aspettava un'iniezione di classe e talento simile a quella portata da Zidane. Il risultato è stato parecchio deludente. Anzi, a dire il vero sarebbe giusto dire deludente se fosse costato venti o trenta milioni. Oltre i sessanta siamo nel flop storico. Otto gol in tutte le competizioni, una fastidiosa pubalgia, ma soprattutto poco, troppo poco, a livello di creazione di gioco e invenzioni. Vederlo ridotto a un giocatore quasi normale, totalmente oscurato da CR9, ma non solo, in pochi lo avrebbero previsto.
Ad oggi Kakà è un problema per il Real. Altri cinque anni di contratto con stipendio da superstar, problemi fisici non del tutto chiari da debellare, collocazione in campo e intesa coi compagni ancora da limare. Un giocatore da ricostruire, in campo per contratto anche se al collettivo farebbero più comodo altri.
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