15 set 2017
De Boer ha bisogno di un consigliere
Su Frank de Boer si possono dire molte cose, e sinceramente in Italia se ne dicono pure troppe visto che dopo, ma anche durante, la sua esperienza all'Inter è entrato nel gioco delle fazioni così tipiche del nostro paese. Tuttavia c'è una questione che lui dovrebbe assolutamente affrontare: trovarsi dei collaboratori in grado di consigliarlo nelle sue scelte. Non escludo li abbia già ora, che si parli di suo fratello, di ex compagni, amici o membri del suo staff, semplicemente ad oggi i loro consigli o non hanno attecchito o sono stati drammaticamente sbagliati. E troppi errori di fila alla fine si pagano.
Come ormai è noto a ogni latitudine, de Boer è stato esonerato dal Crystal Palace dopo il tempo record di 77 giorni e uno score orrendo che recita 0 punti e 0 gol segnati in 4 partite. Senza entrare nel merito della questione, l'errore dell'olandese sta a monte: de Boer non doveva accettare una squadra come il Palace. Anzi, ancora più a monte non doveva nemmeno pensare di allenare in Premier.
L'ex colonna di Ajax e Barcellona infatti gioca, o vorrebbe giocare, un calcio anni luce distante da quelli che sono tutti gli stilemi classici del calcio inglese. Andare ad allenare una squadra di fascia media in un campionato inadatto è il preludio a un fallimento annunciato, a meno di miracoli o radicali cambiamenti a livello personale in termini di idee. Nessuna delle due cose si è avverata, e l'avventura è stata un disastro, anche a causa di errori talmente clamorosi dei giocatori da sembrare voluti (e qui i tifosi dell'Inter potrebbero sentir suonare qualche campanello nella stanza dei ricordi).
Tanto per capirci, persino un allenatore con le capacità e il carisma di Guardiola, uno a cui chiaramente de Boer si ispira, dopo un anno al City ha rivisto alcune delle sue idee più classiche. Cosa pensava di poter fare de Boer allenando Lee Chung Yong, Loftus Cheek e Fosu-Mensah?
Qui, appunto, arriviamo al discorso del consigliere. Sbagliare in modo così chiaro ed evidente una scelta di carriera essendo praticamente appena uscito da un mezzo disastro all'Inter inizia ad essere preoccupante.
Nella scelta dei nerazzurri infatti de Boer aveva delle attenuanti che, tutto sommato, giustificavano i rischi: una possibilità probabilmente inaspettata dopo una certa attesa, per di più in una squadra di blasone, per quanto in difficoltà, con una nuova proprietà che sembrava sul punto di cambiare del tutto le carte in tavola. Poi sappiamo tutti com'è finita, a testimonianza del fatto che anche l'Inter sia stata una scelta sbagliata. Tra l'altro con un presupposto simile a quello del Palace: il calcio dell'olandese in Serie A è difficile da proporre e servono tutti i tasselli ambientali a posto.
Una scottatura, nella prima esperienza fuori dall'Olanda, poteva starci. La seconda di fila, ancora peggiore se possibile, indica che de Boer non capisce a cosa va incontro, per qualche motivo che ovviamente non possiamo sapere. E in realtà pure all'Ajax ha prolungato la sua esperienza per qualche anno di troppo quando poteva chiudere in bellezza.
Per farvi un esempio di un tecnico con una filosofia comunque forte che però ha saputo scegliere prendo Luis Enrique. Dopo i problemi a Roma è tornato nella Liga, dove il suo calcio poteva attecchire, e alla fine è tornato al Barcellona. Dopo aver vinto tutto potrebbe anche non allenare più ad alti livelli in stile Rijkaard.
Presunzione, convinzione delle sue idee, chiamatela come volete: al tecnico olandese serve assolutamente qualcuno che gli dia una percezione diversa e più precisa del reale, per evitare continui frontali coi muri. Altrimenti rischia di bruciarsi la carriera già adesso, con meno di 300 giorni da allenatore fuori dal suo Ajax. Certo, sull'esempio di quanto successo a Brian Clough potrebbe scriverci dei libri. Ad oggi ha materiale per due, rischia di diventare una saga.
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