19 dic 2012
Alfred Duncan e l'obiettivo dei settori giovanili
Ieri sera, durante Inter-Verona di Coppa Italia, si è messo in luce davanti al grande pubblico un prodotto del vivaio interista: Alfred Duncan.
Ghanese di 19 anni, Alfred è un centrocampista dalle importanti prospettive future, sia per caratteristiche fisiche (potente e forte) che tecniche (pur non essendo un regista classico, sa far girare il pallone). E' all'Inter ufficialmente da un anno e mezzo, in realtà il suo arrivo è datato estate 2010. Inizialmente schierato da interno di centrocampo in modo da sfruttare la sua grande vigoria atletica e la sua bravura negli inserimenti, con l'avvento di Stramaccioni sulla panchina della Primavera nerazzurra è stato spostato definitivamente nel ruolo di centrale, sia di un centrocampo a 3 che di uno a 2. Dotato di notevole intelligenza tattica e dinamismo, ha dimostrato di essere di fatto il leader in mezzo al campo di quella squadra che ha stravinto il campionato Primavera e la Next Generation Series, facendo valere la sua potenza, la sua apprezzabile tecnica e la sua grande personalità. Nel giro della prima squadra da almeno 7-8 mesi (di fatto dall'arrivo del suo mentore Stramaccioni), in questa stagione ha collezionato due presenze da subentrato e una da titolare, proprio ieri contro il Verona. L'impatto di Alfred è stato positivo, ha giocato una partita ordinata, con tanta concentrazione e senza strafare. Sembra aver capito il tipo di gioco che si pratica nei campionati professionistici e questo non potrà che giovargli nel futuro prossimo, quando l'Inter potrebbe dargli l'opportunità di giocare con continuità nella speranza che possa diventare un elemento da riportare tra i propri ranghi.
La crescita di giocatori come Duncan, ma anche di Benassi, Livaja, Longo, ragazzi che si stanno facendo notare all'Inter o altrove, denota il buon lavoro svolto dalla società nerazzurra nell'ambito giovanile. Spesso si crede che un vivaio sia utile solo se produce campioni. E' un'idea distorta del calcio, perchè un campione non lo si produce: lo si trova e basta. La bravura di un settore giovanile sta nel trovare talenti di spessore magari non mondiale (come possono essere quelli che ho citato) e trasformarli in giocatori utili per il proprio club, creando valore economico di fatto dal nulla e permettendo a una società di programmare i propri investimenti in modo più oculato, soprattutto in un periodo di crisi economica generale come quello attuale. L'Inter negli ultimi anni lo ha fatto: per chi se lo dimenticasse, giocatori come Pandev, Martins, Balotelli, Santon, Obi sono cresciuti nel settore giovanile nerazzurro e hanno lasciato (o stanno lasciando) il segno sia dal punto di vista tecnico (trofei italiani e internazionali) che economico (un complessivo di quasi 60 milioni di euro di plusvalenze). Chi può vantare un curriculum del genere in Italia, il cui calcio storicamente fa fatica a crescere i propri giovani?
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