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8 ago 2011

Argentina: i nuovi protagonisti

Nel weekend è iniziata la stagione 2011/2012 della Primera Division argentina. Orfano del River Plate, il massimo torneo nazionale ha anche perso stelline di primo livello come Erik Lamela, Ricardo Alvarez e Maxi Moralez, oltre allo struggente addio di Martin Palermo e al passaggio in panchina di un altro veterano quale Matias Almeyda. Tuttavia, come ogni anno, il campionato albiceleste sarà in grado di regalare a tutti i suoi appassionati nuovi talenti e nuove stelle, alcuni già conosciuti, altri nascosti nell'ombra e pronti ad esplodere regalando grandi sorprese e magie.
Ecco dunque una lista di giovani talenti che, secondo il nostro modestissimo parere, potranno essere i nuovi protagonisti del campionato argentino.

Ivan Bella (Velez): di fatto il nuovo Ricky Alvarez. Classe '89, mancino elegante capace di giocare in fascia e da trequartista, non arriva al metro e ottata (nota: i siti dicono), ma è più rapido del neo-interista. Esordisce nel 2008, gioca nella nazionale Under 20 ed è protagonista dell'Apertura 2010, finita per il Velez al secondo posto. Poi è esploso Ricardo...

Franco Vazquez (Belgrano): la grande rivelazione della retrocessione del River. Il numero 10 del Belgrano è un classe '89 che unisce fisico e tecnica come pochi in Argentina. Destro potente, molto abile nel difendere palla e sicuro nel giocarla, è esploso nella stagione scorsa portando il Belgrano agli spareggi Promocion con un gol e due assist decisivi contro il Defensa Y Justicia. Ha un passato da preconvocato nella nazionale Under 20 nel 2007 ed è stato a un passo dal Parma un anno fa.

Cristian Chavez (Boca): el Pochi nasce nel 1986 ed esordisce nel Boca nel 2005 ed è stato negli ultimi anni il più credibile vice-Riquelme della squadra xeneize. Tuttavia il meglio lo da come interno di centrocampo, ruolo in cui risulta decisivo per tecnica, capacità tattiche, corsa e tiro dalla distanza. Sarebbe importante anche per la nazionale, ma si è fermato ai pre-convocati per la Copa America in corso.

Nicolas Colazo (Boca): compagno di reparto di Chavez, centrocampista mancino classe '90 che gioca principalmente come interno del rombo. Unisce tecnica, cross e capacità di inserimento e un buon dinamiso. Un centrocampista moderno, non da numeri da circo e youtube.

Sergio Araujo (Boca): classe '92 seguito da tempo dal Barcellona, non è ancora riuscito a ritagliarsi un ruolo importante nel Boca, chiuso dai vari Palermo, Viatri e Mouche. E' una punta completissima e tecnicamente sopraffina, in grado di svariare su tutto il fronte offensivo senza perdere efficacia e pericolosità. Ad ora l'incognita maggiore è a livello mentale, ma ha tutto per poter esplodere e rivelarsi una delle figure del torneo appena iniziato.

Gabriel Hauche (Racing): el Demonio è un giocatore di grande esperienza nella Primera Division malgrado i suoi 25 anni. Seconda punta molto dinamica e tecnica è uno dei giocatori più importanti e carismatici del Racing Avellaneda, ma sta ancora cercando la piena maturità. Che sia arrivato il momento?

Giovanni Moreno (Racing): squisito trequartista colombiano, Gio si presenta ai nastri di partenza pronto a riconquistare a suon di magie la Guardia Imperial e tutto il Cilindro di Avellaneda. Dopo un'Apertura straordinario in cui ha messo a segno cinque reti tra le fila dell'Academia, la sfortunata stella classe '86 ha subito un infortunio ai legamento del ginocchio sinistro che lo ha tenuto ai margini per tutto il resto della stagione. Il nuovo DT Simeone avrà da divertirsi quando avrà a disposizione lui, il Demonio Hauche e Teofilo Gutierrez.

Guido Pizarro (Lanus): centrocampista tuttofare del Lanus, abbina qualità e quantità grazie ad un tasso tecnico di primo livello e ad un fisico invidiabile. Abile nel gestire i tempi di gioco e nell'organizzare la manovra, nell'ultima stagione si è imposto a ottimi livelli. A ventuno anni è pronto per la definitiva consacrazione.

Facundo Ferreyra (Banfield): classe 1991 attualmente impegnato con la Seleccion nel Mondiale U-20 , il Chucky si appresta ad iniziare la stagione con la responsabilità di essere considerato dalla maggior parte degli addetti ai lavori come uno dei talenti più importanti del campionato. Centravanti di grande fisico, abile ed intelligente nel gioco spalle alla porta e al contempo pericolosissimo palla al piede ed in dribbling, vanta già sette reti con la maglia del Banfield, club in cui è esploso nello scorso Clausura, conquistandosi un posto da titolare a suon di reti e ottime prestazioni.

Michael Hoyos (Estudiantes): coetaneo di Ferreyra, il centrocampista dell'Estudiantes nato in California deve riscattare una stagione poco convincente in cui è anche stato vittima di un brutto incidente stradale. Fisico prestante, bagaglio tecnico di tutto rispetto ed estrema duttilità fanno del giovane un prospetto interessantissimo che potrebbe trovare il giusto spazio nel nuovo Pincha di Miguel Angel Russo.

Patricio Rodriguez (Independiente): il Patito non ha scuse, questa deve essere la sua stagione. Dopo qualche anno di luci e ombre, il giovane dell'Independiente è chiamato a riconfermare quanto di ottimo fatto vedere nel Clausura 2011, quando è finalmente riuscito a dare continuità al suo genio calcistico. Trequartista, ala o seconda punta poco importa, se il 10 del Rojo è in giornata diventa incontenibile ed un'autentico spettacolo per gli occhi. Già fortemente cercato da alcuni club europei, ha detto di voler aspettare fino al 2012 prima di prendere in considerazione l'addio al Diablo Rojo.

In collaborazione con G.D.C.

20 lug 2010

"Mi ricorda Rambert..."

No, non stiamo parlando dell'ennesimo giovane talento presentatosi in pompa magna e rivelatosi in pochi mesi il più comune dei "bidoni", ma dell'insolito complimento ricevuto da Patricio Rodriguez, ventenne stellina dell'Independiente. L'autore? Il suo stesso allenatore, Daniel Garnero, da poco subentrato a Gallego alla guida del Rojo.

Le apparentemente folli parole del Dany sono in realtà prive di malizia o ironia e, a differenza di quanto si potrebbe pensare, fra i tifosi argentini non hanno suscitato il minimo sdegno o indignazione. Basta infatti cambiare continente e lasciarsi un intero oceano alle spalle, abbandonare gli scomodi ed ordinati seggiolini del Meazza per ritornare ai gremiti ed infuocati gradoni della Doble Visera di Avellaneda per conoscere una nuova realtà. Il Rambert italiano, oggetto misterioso famoso soprattutto per essere stato accompagnato nella trasvolata atlantica dall'allora sconosciuto Javier Zanetti, in patria ritorna sorprendentemente ad essere un grande talento mai veramente sbocciato, un attaccante poco prolifico ma estroso ed imprevedibile, in grado di aprire qualsiasi difesa con estrema facilità.

Così come l'Avioncito, anche Patricio Rodriguez è cresciuto nelle giovanili dell'Independiente e l'accostamento, diventato ora un po' più logico, assume anche una certa dose di sensatezza. Dimenticata la sfortunata quanto breve parentesi europea, il neo-allenatore del Rojo Daniel Garnero ha infatti rivisto nel Patito il delicato controllo di palla, la rapidità e l'inarrestabile cambio di passo per i quali Sebastian Rambert era conosciuto ed apprezzato dai suoi tifosi. Considerato da molti il nuovo Caniggia non ha trovato fortuna all'estero ed anche in patria ha vissuto stagioni altalenanti inseguendo e mancando sempre la decisiva consacrazione, accompagnato da una personalità troppo debole per reggere eccessive pressioni.

Patricio Rodriguez, dal canto suo, dopo un brillante e promettente inizio che lo ha portato a conquistare un posto da titolare in prima squadra, ha ben presto incontrato le tipiche difficoltà delle giovani promesse, faticando a riconfermarsi e scivolando nelle gerarchie del Tolo Gallego dietro ad ottimi giocatori come Piatti e Gandin. Il cambio sulla panchina del Rojo gioca ora a suo favore, poichè Garnero ha infatti dimostrato in più occasioni di voler puntare sulla sua esplosione, indicandogli chiaramente la via per compiere il salto di qualità che tutti si aspettano da un talento simile: "Deve imparare a posizionarsi meglio in campo, giocare con più tranquillità per poi scatenare qualità letali come il controllo palla e le imprevedibili frenate ad altissima velocità; non deve dare le spalle alla porta, ma partire da dietro e puntare gli avversari. Non sarà facile e dipende tutto da lui imparare a giocare di prima e capire quando deve rallentare oppure accelerare il gioco."