Tanto tuonò che piovve, quando personalmente non me l'aspettavo più.
Thiago Motta è un giocatore del Paris Saint Germain.
E' il caso di spendere due parole su un'operazione simile. Da parte di uno dei primi sostenitori del brasiliano d'Italia.
Thiago Motta è arrivato all'Inter quasi a sorpresa due anni e mezzo fa, una sorta di allegato dell'operazione Milito. Nessuno dei tifosi comprendeva davvero la mossa del suo acquisto pur dopo l'ottima annata della rinascita sotto la guida di Gasperini, salvato per caso e per scommessa da Preziosi in persona, perchè il giocatore aveva poco clamore attorno a se. A torto.
L'importanza e il talento di Thiago erano ampiamente sottovalutati a causa del suo passato. Scaricato dal Barcellona, sua masia d'origine, con tanti, troppi drammi fisici alle spalle. Un'etichetta di giocatore finito difficile da staccare.
Per caso o per fortuna, dicevamo, Preziosi lo valorizza e probabilmente lo offre alla società nerazzurra, intravedendo una ghiotta plusvalenza. L'Inter ci punta e il resto è storia.
Purtroppo il revisionismo è pratica veloce, e la maledizione dell'uomo in particolare calcistico è dimenticare.
Motta all'Inter ha sempre avuto dei problemi.
La prima categoria di problemi è di ordine tattico. Il brasiliano è giocatore più unico che particolare, difficile da mettere nelle migliori condizioni di esprimere il suo talento (che è molto) innanzi tutto per motivi dinamici. Ha fisico, ma è lento e fatica a coprire lo spazio sia nel breve che sull'allungo, il che lo porta a lasciare spesso campo all'avversario nella fase di copertura, e anche nel contrasto a volte è approssimativo. Tecnicamente è fortissimo, si esalta nel fraseggio palla a terra ed è ottimo negli inserimenti, che però difficilmente sfrutta in quanto per coprire un suo movimento deve spostarsi l'intero reparto. La sua capacità di gioco impone di schierarlo in mezzo al campo più che defilato come interno (dove è limitato dalla visione parziale del campo e dal dinamismo), ma bisogna coprirlo con la corsa di altri giocatori per evitare rischi in difesa. La dimostrazione sono stati i 6 mesi di Leonardo, quando è nato Motta davanti alla difesa, e basta rivedere le partite col Bayern Monaco per capire quanti problemi potesse dare quando tutto non girava al meglio. All'Inter è sempre stato incostante, con qualunque modulo e compagno. Per vocazione ha sempre gestito molti palloni, ma alcuni errori banali li ha concessi spesso.
La seconda categoria di problemi sono quelli fisici, che ne hanno contraddistinto la carriera. All'Inter ha avuto lesioni muscolari, un'operazione al ginocchio e un'infiammazione allo stesso che di fatto ne hanno dimezzato l'utilizzo nell'ultima stagione e mezza. Un peso non da poco per un giocatore che per caratteristiche è un punto di riferimento per i compagni, aggravato dalla sua convocazione in nazionale italiana, che ne ha aumentato il chilometraggio annuo (emblematico l'infortunio con l'Italia prima ancora di iniziare il campionato con l'Inter).
Parliamo però di un titolare dell'Inter degli ultimi anni. Un giocatore cardine per personalità, capacità di pensare in verticale, gestione del gioco e anche gol. Tutto ciò testimoniato dai numeri dell'Inter con o senza di lui in campo. Cederlo è ovviamente un rischio, anche grosso, e farlo a Gennaio un moltiplicatore visto che cambi degli equilibri già consolidati senza il tempo nè di cercare un sostituto ponderato nè di rivedere con calma l'assetto tecnico di squadra.
La cessione di Motta è un evento che ci poteva stare, all'interno di un progetto, di un'idea ben precisa anche di rinnovamento.
L'italobrasiliano classe 1982 andava in scadenza nel 2013, è sempre a serio rischio infortunio e per caratteristiche è un giocatore a cui devi costruire attorno l'impianto più adatto possibile a valorizzare il suo talento e coprire i suoi problemi. Se ce l'hai lo schieri titolare, accetti un certo discorso tattico e il rischio che ti salti mezza stagione. Sapendo che per caratteristiche un suo back-up vero non lo troverai mai.
Detta in breve o ci punti adesso e in futuro come titolare o è più un rischio che un beneficio, specie andando a scollinare oltre i 30 anni. La scelta era o rinnovare subito (forse creandosi dei problemi in casa visto che ci sono altri giocatori in scadenza che ancora aspettano) o cederlo subito.
Sul filo di lana si è scelto.
Addio Thiagone e grazie di tutto.
Thiago Motta è un giocatore del Paris Saint Germain.
E' il caso di spendere due parole su un'operazione simile. Da parte di uno dei primi sostenitori del brasiliano d'Italia.
Thiago Motta è arrivato all'Inter quasi a sorpresa due anni e mezzo fa, una sorta di allegato dell'operazione Milito. Nessuno dei tifosi comprendeva davvero la mossa del suo acquisto pur dopo l'ottima annata della rinascita sotto la guida di Gasperini, salvato per caso e per scommessa da Preziosi in persona, perchè il giocatore aveva poco clamore attorno a se. A torto.
L'importanza e il talento di Thiago erano ampiamente sottovalutati a causa del suo passato. Scaricato dal Barcellona, sua masia d'origine, con tanti, troppi drammi fisici alle spalle. Un'etichetta di giocatore finito difficile da staccare.
Per caso o per fortuna, dicevamo, Preziosi lo valorizza e probabilmente lo offre alla società nerazzurra, intravedendo una ghiotta plusvalenza. L'Inter ci punta e il resto è storia.
Purtroppo il revisionismo è pratica veloce, e la maledizione dell'uomo in particolare calcistico è dimenticare.
Motta all'Inter ha sempre avuto dei problemi.
La prima categoria di problemi è di ordine tattico. Il brasiliano è giocatore più unico che particolare, difficile da mettere nelle migliori condizioni di esprimere il suo talento (che è molto) innanzi tutto per motivi dinamici. Ha fisico, ma è lento e fatica a coprire lo spazio sia nel breve che sull'allungo, il che lo porta a lasciare spesso campo all'avversario nella fase di copertura, e anche nel contrasto a volte è approssimativo. Tecnicamente è fortissimo, si esalta nel fraseggio palla a terra ed è ottimo negli inserimenti, che però difficilmente sfrutta in quanto per coprire un suo movimento deve spostarsi l'intero reparto. La sua capacità di gioco impone di schierarlo in mezzo al campo più che defilato come interno (dove è limitato dalla visione parziale del campo e dal dinamismo), ma bisogna coprirlo con la corsa di altri giocatori per evitare rischi in difesa. La dimostrazione sono stati i 6 mesi di Leonardo, quando è nato Motta davanti alla difesa, e basta rivedere le partite col Bayern Monaco per capire quanti problemi potesse dare quando tutto non girava al meglio. All'Inter è sempre stato incostante, con qualunque modulo e compagno. Per vocazione ha sempre gestito molti palloni, ma alcuni errori banali li ha concessi spesso.
La seconda categoria di problemi sono quelli fisici, che ne hanno contraddistinto la carriera. All'Inter ha avuto lesioni muscolari, un'operazione al ginocchio e un'infiammazione allo stesso che di fatto ne hanno dimezzato l'utilizzo nell'ultima stagione e mezza. Un peso non da poco per un giocatore che per caratteristiche è un punto di riferimento per i compagni, aggravato dalla sua convocazione in nazionale italiana, che ne ha aumentato il chilometraggio annuo (emblematico l'infortunio con l'Italia prima ancora di iniziare il campionato con l'Inter).
Parliamo però di un titolare dell'Inter degli ultimi anni. Un giocatore cardine per personalità, capacità di pensare in verticale, gestione del gioco e anche gol. Tutto ciò testimoniato dai numeri dell'Inter con o senza di lui in campo. Cederlo è ovviamente un rischio, anche grosso, e farlo a Gennaio un moltiplicatore visto che cambi degli equilibri già consolidati senza il tempo nè di cercare un sostituto ponderato nè di rivedere con calma l'assetto tecnico di squadra.
La cessione di Motta è un evento che ci poteva stare, all'interno di un progetto, di un'idea ben precisa anche di rinnovamento.
L'italobrasiliano classe 1982 andava in scadenza nel 2013, è sempre a serio rischio infortunio e per caratteristiche è un giocatore a cui devi costruire attorno l'impianto più adatto possibile a valorizzare il suo talento e coprire i suoi problemi. Se ce l'hai lo schieri titolare, accetti un certo discorso tattico e il rischio che ti salti mezza stagione. Sapendo che per caratteristiche un suo back-up vero non lo troverai mai.
Detta in breve o ci punti adesso e in futuro come titolare o è più un rischio che un beneficio, specie andando a scollinare oltre i 30 anni. La scelta era o rinnovare subito (forse creandosi dei problemi in casa visto che ci sono altri giocatori in scadenza che ancora aspettano) o cederlo subito.
Sul filo di lana si è scelto.
Addio Thiagone e grazie di tutto.