Argentina Campione Mondiale U-20 2007
Prima fila in alto, da sinistra: M.Zarate, Fazio, Romero, Sigali, E.Insua, Aguero
Seconda fila: Mercado, Sanchez, M.Moralez, P.Piatti, Banega
Panchina: Garcia, Cahais, Yacob, D.Escudero, Vaboril, Cabral, Gomez, Di Maria, Acosta, Centeno
DT: Hugo Tocalli
Toronto, 22 Luglio 2007. Mancano pochi minuti al fischio iniziale della finale del Campionato Mondiale under 20 tra Argentina e Repubblica Ceca quando le due squadre, effettuati i convenevoli, posano per la foto di rito. Gli occhi degli spettatori sono tutti per il capitano dei futuri campioni, il numero 10, Sergio Aguero, capocannoniere e stella più scintillante di una competizione che ha permesso al mondo del pallone di conoscere giovani del calibro di Pato, Cavani, Mata, Pique, dos Santos, Suarez, Alexis Sanchez e tanti altri provenienti da ogni parte del globo. Una concentrazione di talenti in erba memorabile, una parata di stelline che soltanto tre anni dopo sono state fra le sorprese del Mondiale dei grandi, quello giocato in Sud Africa. Fra loro ha tuttavia brillato incontrastata una sola squadra: la Seleccion di Hugo Tocalli, troppo superiore alle avversarie dal punto di vista tecnico, completa in ogni reparto, solida e dotata di una straordinaria mentalità vincente.
Raramente si sono viste nazionali giovanili tanto dotate qualitativamente, composte da giocatori già affermati nei rispettivi club nonostante la giovanissima età e quasi tutti potenzialmente titolari nell'undici della Seleccion. Basti pensare ad un'altra Argentina titolata, quella del 2005, trascinata alla vittoria esclusivamente dal genio di Leo Messi, predicatore nel deserto più assoluto, salvo rare eccezioni quali Zabaleta o Gago. Ma quanti dei ragazzi ritratti nella foto hanno mantenuto le aspettative e tenuto fede all'infinità di buone parole spese prima, durante e dopo il Mondiale canadese?
Buona parte ha tentato con successo l'avventura nel vecchio continente, conquistando facilmente i nuovi tifosi e attirando fin da subito le attenzioni dei club più blasonati, come nel quasi scontato caso di Aguero, oppure sorprendendo un po' tutti e raggiungendo palcoscenici allora inimmaginabili come Di Maria, acquisto del Real Madrid fortemente voluto da José Mourinho. L'ala di scuola rosarina appariva allora troppo bizzosa ed incostante per poter avere un serio impatto sul calcio europeo, ma la positiva avventura al Benfica ed il procuratore giusto lo hanno sorprendentemente proiettato all'ombra del Bernabeu.
Zarate, altro gioiello del reparto offensivo dell'Argentina di Tocalli, ed il suo gemello del Velez Damian Escudero hanno avuto a loro volta percorsi completamenti diversi. Il primo, dopo una sciagurata avventura in Qatar, ha ritrovato fama e fortuna alla Lazio, il secondo ha invece fallito il primo tentativo di approcio al calcio europeo, rispedito in Argentina a prendere lezioni da Riquelme tra le fila del Boca Juniors. Altra sorte è invece toccata a Pablo Piatti, trequartista acquistato a sorpresa dall'Almeria ed al momento apparentemente destinato ad un carriera non proprio nell'elite del calcio europeo. Peggio sta andando a Lautaro Acosta, riserva del Siviglia che fatica ad imporsi nel club andaluso, sorpassato nelle gerarchie anche dal connazionale Perotti. Diversa la situazione del suo compagno di club, Fazio, centrale difensivo roccioso con ancora buoni margini di miglioramento.
Ever Banega, faro e leader della squadra, grazie alla ritrovata fiducia è finalmente tornato ad esprimersi sugli straordinari livelli messi in mostra nel Mondiale canadese ed in Sud America. Assieme ad Aguero è probabilmente stato il giocatore che nella manifestazione giovanile ha riscosso il maggior numero di consensi, esibendo un repertorio di prim'ordine. Il suo compagno di reparto, Claudio Yacob, ha invece preferito maturare in patria, dove è diventato capitano del Racing Club di Avellaneda ed uno dei centrocampisti più interessanti del torneo locale. Dotato di buona tecnica, fisicità e senso tattico, è sul taccuino di molti club europei ed in particolare italiani; difficilmente rimarrà in Argentina, dove invece sembra essersi definitivamente stabilito Maxi Moralez, trequartista tanto di talento quanto fisicamente inadatto al calcio fisico del vecchio continente.
Un altro giocatore accostato in estate a squadre italiane è invece Emiliano Insua, terzino sinistro della Seleccion affermatosi con pazienza e tanto lavoro sulla fascia sinistra del Liverpool nel dopo-Riise. A sorpresa, tuttavia, uno dei giocatori ad aver finora incontrato maggiori fortune è il portiere, quel Sergio Romero, nella foto irriconoscibile con i capelli corti, scelto da Maradona come titolare dell'Argentina al Mondiale sudafricano e destinato ad essere un punto fermo dell'Albiceleste per parecchi anni.
Insomma, una squadra dall'immenso potenziale che fra qualche anno potrebbe costituire la spina dorsale della Seleccion dei grandi, dove, con ogni probabilità, ci sarà anche Gonzalo Higuain, altro talento che avrebbe potuto prendere parte al Mondiale U-20, ma ignorato dal DT per motivi tuttora poco chiaro. Soltanto il tempo saprà dire se si tratta di una generazione d'oro o meno, ma raramente guardando la foto di una nazionale giovanile potremo riconoscere tanti volti noti.
Prima fila in alto, da sinistra: M.Zarate, Fazio, Romero, Sigali, E.Insua, Aguero
Seconda fila: Mercado, Sanchez, M.Moralez, P.Piatti, Banega
Panchina: Garcia, Cahais, Yacob, D.Escudero, Vaboril, Cabral, Gomez, Di Maria, Acosta, Centeno
DT: Hugo Tocalli
Toronto, 22 Luglio 2007. Mancano pochi minuti al fischio iniziale della finale del Campionato Mondiale under 20 tra Argentina e Repubblica Ceca quando le due squadre, effettuati i convenevoli, posano per la foto di rito. Gli occhi degli spettatori sono tutti per il capitano dei futuri campioni, il numero 10, Sergio Aguero, capocannoniere e stella più scintillante di una competizione che ha permesso al mondo del pallone di conoscere giovani del calibro di Pato, Cavani, Mata, Pique, dos Santos, Suarez, Alexis Sanchez e tanti altri provenienti da ogni parte del globo. Una concentrazione di talenti in erba memorabile, una parata di stelline che soltanto tre anni dopo sono state fra le sorprese del Mondiale dei grandi, quello giocato in Sud Africa. Fra loro ha tuttavia brillato incontrastata una sola squadra: la Seleccion di Hugo Tocalli, troppo superiore alle avversarie dal punto di vista tecnico, completa in ogni reparto, solida e dotata di una straordinaria mentalità vincente.
Raramente si sono viste nazionali giovanili tanto dotate qualitativamente, composte da giocatori già affermati nei rispettivi club nonostante la giovanissima età e quasi tutti potenzialmente titolari nell'undici della Seleccion. Basti pensare ad un'altra Argentina titolata, quella del 2005, trascinata alla vittoria esclusivamente dal genio di Leo Messi, predicatore nel deserto più assoluto, salvo rare eccezioni quali Zabaleta o Gago. Ma quanti dei ragazzi ritratti nella foto hanno mantenuto le aspettative e tenuto fede all'infinità di buone parole spese prima, durante e dopo il Mondiale canadese?
Buona parte ha tentato con successo l'avventura nel vecchio continente, conquistando facilmente i nuovi tifosi e attirando fin da subito le attenzioni dei club più blasonati, come nel quasi scontato caso di Aguero, oppure sorprendendo un po' tutti e raggiungendo palcoscenici allora inimmaginabili come Di Maria, acquisto del Real Madrid fortemente voluto da José Mourinho. L'ala di scuola rosarina appariva allora troppo bizzosa ed incostante per poter avere un serio impatto sul calcio europeo, ma la positiva avventura al Benfica ed il procuratore giusto lo hanno sorprendentemente proiettato all'ombra del Bernabeu.
Zarate, altro gioiello del reparto offensivo dell'Argentina di Tocalli, ed il suo gemello del Velez Damian Escudero hanno avuto a loro volta percorsi completamenti diversi. Il primo, dopo una sciagurata avventura in Qatar, ha ritrovato fama e fortuna alla Lazio, il secondo ha invece fallito il primo tentativo di approcio al calcio europeo, rispedito in Argentina a prendere lezioni da Riquelme tra le fila del Boca Juniors. Altra sorte è invece toccata a Pablo Piatti, trequartista acquistato a sorpresa dall'Almeria ed al momento apparentemente destinato ad un carriera non proprio nell'elite del calcio europeo. Peggio sta andando a Lautaro Acosta, riserva del Siviglia che fatica ad imporsi nel club andaluso, sorpassato nelle gerarchie anche dal connazionale Perotti. Diversa la situazione del suo compagno di club, Fazio, centrale difensivo roccioso con ancora buoni margini di miglioramento.
Ever Banega, faro e leader della squadra, grazie alla ritrovata fiducia è finalmente tornato ad esprimersi sugli straordinari livelli messi in mostra nel Mondiale canadese ed in Sud America. Assieme ad Aguero è probabilmente stato il giocatore che nella manifestazione giovanile ha riscosso il maggior numero di consensi, esibendo un repertorio di prim'ordine. Il suo compagno di reparto, Claudio Yacob, ha invece preferito maturare in patria, dove è diventato capitano del Racing Club di Avellaneda ed uno dei centrocampisti più interessanti del torneo locale. Dotato di buona tecnica, fisicità e senso tattico, è sul taccuino di molti club europei ed in particolare italiani; difficilmente rimarrà in Argentina, dove invece sembra essersi definitivamente stabilito Maxi Moralez, trequartista tanto di talento quanto fisicamente inadatto al calcio fisico del vecchio continente.
Un altro giocatore accostato in estate a squadre italiane è invece Emiliano Insua, terzino sinistro della Seleccion affermatosi con pazienza e tanto lavoro sulla fascia sinistra del Liverpool nel dopo-Riise. A sorpresa, tuttavia, uno dei giocatori ad aver finora incontrato maggiori fortune è il portiere, quel Sergio Romero, nella foto irriconoscibile con i capelli corti, scelto da Maradona come titolare dell'Argentina al Mondiale sudafricano e destinato ad essere un punto fermo dell'Albiceleste per parecchi anni.
Insomma, una squadra dall'immenso potenziale che fra qualche anno potrebbe costituire la spina dorsale della Seleccion dei grandi, dove, con ogni probabilità, ci sarà anche Gonzalo Higuain, altro talento che avrebbe potuto prendere parte al Mondiale U-20, ma ignorato dal DT per motivi tuttora poco chiaro. Soltanto il tempo saprà dire se si tratta di una generazione d'oro o meno, ma raramente guardando la foto di una nazionale giovanile potremo riconoscere tanti volti noti.